Manca sempre meno e siamo tutti con il fiato sospeso: stasera alle 20,45 l’Italia di Roberto Mancini affronterà allo stadio Renzo Barbera di Palermo la Macedonia del Nord, nella gara valevole per la semifinale playoff delle qualificazioni ai Mondiali che si disputeranno in Qatar.
In questo giorni i commentatori sportivi si sono avventurati a teorizzare gli schemi tecnici e tattici che il c.t. dovrà adottare in campo per vincere questa importante sfida. Per capire davvero qualcosa abbiamo interpellato il campione del mondo al Mundial '82 Gianpiero Marini, ex centrocampista che ha giocato sia nell’Inter che nel Varese, nonché allenatore di Inter, Cremonese e Como.
Mister, una sua impressione sulla partita e sulla posta in palio?
A mio avviso non ci dovrebbero essere grossi problemi sia con la Macedonia che contro il Portogallo. Siamo campioni d’Europa e siamo italiani: nel momento di massima difficoltà riusciamo a tirare fuori il meglio. Gli avversari avranno il coltello tra i denti, ma noi abbiamo la qualità di grandi calciatori e questo farà la differenza. Barella, Tonali e Locatelli hanno grandi doti, altri il mestiere e l’esperienza: insomma abbiamo tutte le carte in regola per entrare in partita con la mentalità giusta.
Campioni europei in carica, vero… Però stiamo soffrendo ancora per arrivare ai Mondiali…
Questa è un po' anche la storia del calcio. E la sua imprevedibilità. Abbiamo sbagliato dei calci di rigore, magari con un pizzico di fortuna non saremmo arrivati a questo punto… A mio avviso questa Nazionale è forte a livello fisico, mentale e tecnico, come quella del 1982 e quella del 2006. E dirò di più: anche come quella del 1990, che ha perso il mondiale per sfortuna ma con calciatori validi e di cui ci si ricorda sempre meno. Capita a chi arriva secondo…
E se riuscissimo ad arrivare in Qatar, cosa potrebbe accadere?
I nostri azzurri avrebbero tutte le carte in regola per vincere il Mondiale, sul piano individuale siamo fortissimi. Ma per arrivare in fondo ci vorrà anche fortuna.
Parliamo di Inter… Come mai questo calo dei nerazzurri?
L’Inter sta attraversando un periodo difficile sul piano psicologico. La società e Inzaghi devono aiutare i calciatori a ritrovare se stessi dal punto di vista mentale. Personalmente conosco molto bene l’ambiente nerazzurro: saranno capaci di scovare il bandolo della matassa, vedrete.
Varese: il suo legame con città e squadra.
Sono legatissimo, ho molti amici lì. E una volta all’anno ci rivediamo per condividere i nostri ricordi. Seguo con interesse il campionato attuale dei biancorossi e mi auguro che una piazza calcistica ricca di tradizione e storia possa tornare in fretta in serie B.
Cosa manca secondo lei per il grande passo?
Un tandem di attaccanti come Libera e Calloni, quello di quando giocavo io: bastava buttarla in mezzo e poi ci pensavano Egidio e Giacomino a infilarla in rete. Ogni campionato facevano almeno 16 gol a testa.
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