Il Nazionale

Cronaca | 24 marzo 2022, 00:32

Non ce l'ha fatta l'operaio caduto da un palo a Fagnano. I sindacati: «Un’altra tragedia inaccettabile per il mondo del lavoro»

E' morto nella giornata di mercoledì il quarantunenne precipitato per quattro metri mentre stava eseguendo dei lavori alla linea telefonica in via Trieste. La Cgil Varese: «Un altro lavoratore muore nella nostra provincia, un altro inaccettabile lutto. Chiediamo a gran voce sicurezza»

Non ce l'ha fatta l'operaio caduto da un palo a Fagnano. I sindacati: «Un’altra tragedia inaccettabile per il mondo del lavoro»

Non ce l'ha fatta l'operaio di 41 anni rimasto coinvolto lunedì mattina in un infortunio sul lavoro in via Trieste a Fagnano Olona: l'uomo stava compiendo dei lavori in cima a un palo della linea telefonica quando, per cause in corso di accertamento, si è verificato un cedimento e l'uomo è finito a terra.

Un volo di circa quattro metri che gli ha causato lesioni gravissime. Per questo era stato soccorso in codice rosso e trasportato d'urgenza con l'elisoccorso all'ospedale di Circolo di Varese, dove l'uomo è deceduto nella giornata di ieri. Il luogo dell'incidente è stato posto sotto sequestro mentre i carabinieri della Compagnia di Busto Arsizio stanno svolgendo gli accertamenti per chiarire la cause della tragedia.

L'ennesimo dramma sul lavoro riaccende intanto i riflettori sul tema della sicurezza. In serata la Cgil di Varese ha diffuso un comunicato ribadendo l'urgenza di interventi prioritari per la prevenzione. Ecco il testo completo della nota del sindacato:

«Un’altra tragedia inaccettabile per il mondo del lavoro. Un altro lavoratore muore per infortunio sul lavoro nella nostra provincia, un altro inaccettabile lutto. Insieme a quello di mercoledì presso il cantiere del palaghiaccio di Varese, sono già decine gli infortuni gravi occorsi nella nostra provincia dall’inizio dell’anno. Chiediamo a gran voce che il tema della sicurezza sia veramente prioritario nel mondo del lavoro e ai livelli istituzionali».

«Le fatalità sono una cosa, gli infortuni sul lavoro un’altra. Servono attrezzature, macchinari, misure e procedure di prevenzione adeguate ed è necessario dare centralità a prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro, con maggior attenzione quando oscillazioni di mercato e ritmi di lavoro intensi possono incrementare i livelli di rischio per ogni singolo lavoratore. Serve una formazione continua, efficace e di qualità per accrescere i livelli di consapevolezza di ognuno e diffondere un’autentica cultura della sicurezza ad ogni livello».

«Il potenziamento degli Organismi di Vigilanza e l’incremento sensibile delle ispezioni sono altri elementi indispensabili per accrescere la prevenzione nei luoghi di lavoro. La recente acquisizione da parte dell’Ispettorato del Lavoro del potere ispettivo anche per la sicurezza sul lavoro su tutto il territorio nazionale (v. modifica del D.Lgs.81/08) è un ottimo risultato, ma l’assoluto ritardo di regione Lombardia su una programmazione di lungo periodo per il potenziamento degli PSAL di ATS rimane un problema centrale che richiede da tempo un cospicuo intervento sui nostri territori. Il problema ha anche aspetti culturali e di scelta delle priorità: è necessario convincersi che la sicurezza, la produttività e il fatturato sono un insieme indivisibile e che insieme garantiscono la crescita della qualità e dignità del lavoro e della competitività delle aziende».

«Quotidianamente i Rappresentanti Sindacali (RSA/RSU) e i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) svolgono una preziosa e faticosa attività per incrementare i livelli di sicurezza nei luoghi di lavoro. Troppo spesso i RLS, autentica opportunità per lavoratori e aziende, normativamente sanciti, faticano per veder riconosciuto il proprio ruolo attivo e il concreto coinvolgimento nei processi di prevenzione e sicurezza nelle aziende. Infine, anche il rischio di ammalarsi nei luoghi di lavoro rimane elevato: ai 103.823 infortuni in Lombardia denunciati ad INAIL nel 2021 (8.514 per la sola provincia di Varese), si aggiungono 2.854 denunce di Malattia Professionale in Lombardia (180 nella nostra provincia, con un incremento del 21% rispetto al 2020). E questi sono soltanto i casi denunciati, perché troppo spesso il timore dei lavoratori non fa emergere la reale dimensione del problema».

«Un ultimo pensiero, il più intenso, va al lavoratore, ai suoi familiari e ai suoi colleghi, cui ci stringiamo tutti in questo terribile momento».

Redazione

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