Il Nazionale

Cronaca | 13 marzo 2022, 15:18

Imperia, le drammatiche testimonianze dei profughi ucraini: "I russi ci sparavano addosso dai carri armati, le nostre case ridotte in cenere. Grazie Italia per averci accolto" (video)

Viktoria, Juliana, Valentina e Viktor ci hanno raccontato i momenti drammatici che hanno vissuto in patria: "Vogliamo tornare al più presto dai nostri cari, questa guerra deve finire"

Imperia, le drammatiche testimonianze dei profughi ucraini: "I russi ci sparavano addosso dai carri armati, le nostre case ridotte in cenere. Grazie Italia per averci accolto" (video)

“Siamo molto contenti di essere qui e ringraziamo tutti gli italiani che hanno organizzato questo viaggio per noi e siamo contenti di venire accolti dalle famiglie. Non abbiamo paura di stare qua, ma di stare lì, nella nostre città bombardate”. Queste le prime parole di Viktoria e Juliana, due ragazze ucraine originarie di Kiev giunte oggi a Imperia grazie al pullman organizzato dal comitato di cittadini. 

Entrambe hanno lasciato in Ucraina i propri mariti e familiari. “Stavamo in una zona della città – dice Juliana, e sentivamo le bombe e gli spari, la nostra casa era proprio vicino ai bombardamenti”.

Entrambe son contente di essere ospitate dalle famiglie imperiese “ma vogliamo tornare a più presto dai nostri cari – ci dicono- speriamo che questa guerra finisca al più presto”.

Poi ci sono Valentina e Viktor, una coppia di anziani provenienti da Bucha, riusciti ad arrivare nella nostra provincia insieme ai figli e ai nipoti. “Ci hanno sparato addosso dai carri armati – dice Valentina- la nostra casa non c’è più perché un missile l’ha colpita in pieno ed è rimasta solo la cenere. La nostra città è stata tutta conquistata dalla Russia. Abbiamo rischiato la nostra vita perché è stata una delle città più bombardate”.

“I nostri vicini di casa – racconta Viktor- sono riusciti a portarci via in auto mentre nostra figlia e suo marito hanno fatto 4 ore di strada a piedi prima di riuscire a scappare dalla città. Per fortuna siamo riusciti a ricongiungerci in Slovenia e a venire qui in Italia”.  

Angela Panzera

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