Anche i comuni dell’entroterra ventimigliese scendono sul piede di guerra per il futuro dell’ospedale ‘Saint Charles’ di Bordighera. Dopo le frizioni registrate negli ultimi giorni, tra Asl 1 Imperiese e i privati che hanno vinto la gara per la gestione del nosocomio bordigotto, chiedono infatti un confronto serio e diretto sul futuro dell’ospedale.
I sindaci di Airole, Apricale, Olivetta San Michele, Pigna, Seborga e Soldano vogliono risposte importanti per il ‘Saint Charles’ che, di fatto, è l’ultimo vero avamposto per i cittadini dell’estremo ponente, che hanno bisogno di cure. Troppo spesso, infatti, si è parlato di ospedale unico che pur fondamentale per garantire le eccellenze mediche nella nostra provincia, risulterebbe molto lontano dall’entroterra intemelio.
Con le strade ancora difficili da percorrere, infatti, per i sindaci che hanno firmato la richiesta del confronto, il timore è quello che si vive ogni giorno. Ovvero di un’emergenza che non può essere gestita velocemente con un ospedale vicino. L’elicottero ‘Grifo’ sta sicuramente aiutando chi vive in montagna per poter arrivare negli ospedali più rapidamente, ma un nosocomio come quello bordigotto rimane fondamentale per i primi cittadini dell’estremo ponente.
“L'entroterra – sottolineano nella missiva i sindaci - che più degli altri ha necessità di riferimenti sanitari, non può essere estromesso o messo in secondo piano quando si parla del futuro dell'ospedale di Bordighera. Ci si confronti al più presto, insieme a noi e nella sede opportuna, con la conferenza di Distretto”. Parole chiare quelle dei sindaci dell’entroterra, che portano sul tavolo le preoccupazioni dei propri cittadini, sicuramente i più penalizzati se non funzionasse in futuro il ‘Saint Charles’.
Una posizione, quella dei sindaci delle zone più lontane dalla costa, che ha sempre trovato sostegno anche dai colleghi delle città del litorale. Meno penalizzate, ma comunque sempre attente alla situazione dell’ospedale bordigotto. Una questione che, sicuramente, troverà strascichi importanti nei prossimi mesi, visto il calo della pressione Covid e l’assoluto bisogno di un ritorno alle cure ‘normali’.
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