Otto ore di riunione e un appuntamento già fissato per il 15 di luglio. Si è chiuso così il primo vertice che ha visto sedersi la tavolo enti locali e i ministri Marina Calderone (Lavoro) e Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy) per discutere del destino dell’ex Ilva di Taranto e dell’intera filiera della produzione d’acciaio in Italia. Gli obiettivi dichiarati sono quelli di tutelale l’occupazione e rilanciare la produzione salvaguardando il processo di decarbonizzazione con l’intervento dello Stato.
Una manovra articolata e complessa che vede al centro lo stabilimento pugliese e, sullo sfondo, quello di Cornigliano, in attesa di conoscere il proprio destino e se, prima o poi, arriverà a ospitare quel fondo elettrico considerato il futuro dell’industria.
E se Urso, durante una pausa, l’ha definita una riunione “decisiva”, a Genova il presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, a margine della seduta del consiglio regionale si è detto ottimista: “Se non si arriva un accordo ci saranno opzioni B, C e D”.
“Ci stiamo lavorando e vedremo che cosa deciderà il ministro, siamo pronti a lavorare appena avremo le sue decisioni - ha aggiunto il presidente, sempre pronto a ribadire l’intenzione di portare a Genova il futuro della produzione - ci sono cose importanti per Genova, per il lavoro e per il ruolo della città in Italia e nel mondo. Appena ci daranno la luce verde ne parleremo”.
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