Il Nazionale

Sport | 03 febbraio 2022, 18:45

Il mercato, la squadra, il futuro, la verità su Gentile. Varese, ecco l'Arcieri's way of life.

Un'ora di chiacchierata con il nuovo gm della Pallacanestro Varese: quattro gli argomenti trattati, idee chiare e un nuovo modo di vedere le cose. "Il mercato? Aspettiamo. Il cambio dell'allenatore? Serviva una nuova voce. Gentile? Avevamo fatto una cena, poi... Il futuro? Passa dallo sviluppo dei giocatori. Perché dovrei avere paura di farlo? Perché rischiamo l'A2?"

Il mercato, la squadra, il futuro, la verità su Gentile. Varese, ecco l'Arcieri's way of life.

Il mercato, l’allenatore e la squadra, il “caso” Gentile, la visione del futuro.

Un’ora di chiacchierata con il nuovo gm della Pallacanestro Varese Michael Arcieri: tante parole, perché il nostro è persona che sa spiegare e arrivare con razionalità ai concetti. I quali, tuttavia, alla fine non si apprestano a fraintendimenti.

Per esempio: il mercato? “Aspettiamo, ci vuole un giocatore di prospettiva”. Roijakkers? “Ci voleva qualcuno che lanciasse messaggi nuovi”. Gentile? “Ci ho creduto, ma non ha funzionato”. Il futuro? “Passa solo dallo sviluppo dei giocatori”.

Chiamatela: the Arcieri's way of life.

Il mercato

“Ora abbiamo una squadra nuovissima, brand new, così come un nuovo allenatore: vogliamo capire chi siamo. Sul campo, tramite le partite e gli allenamenti. E’ vero, abbiamo giocato tre buone partite, ma c’è ancora tanto lavoro da fare. E prima di capire di quale o quali giocatori aggiungere ci vuole del termpo, per me non è una cosa che si può fare in fretta. Vogliamo essere pazienti e intelligenti. E scegliere non solo una pedina che ci aiuti a vincere più match possibili, ma anche che abbia un potenziale per il futuro: non ci serve il trentenne che arriva, sta qui due mesi e poi se ne va. Abbiamo un progetto ambizioso, che è quello nei prossimi anni di andare stabilmente nei playoff e giocare le coppe: non possiamo continuare a cambiare tutti i giocatori stagione dopo stagione”.

“Il ruolo? Qualsiasi. Le tempistiche: non ci sono scadenze, né obblighi: solo quello di scegliere bene. Se capiremo che la squadra funziona, potremo anche arrivare a non prendere nessuno.”

L’allenatore

“Dopo 10 sconfitte è stato chiaro il dovere di cambiare allenatore, di trovare un modo per ritornare a vincere più partite possibili. Vertemati andava cambiato per mille ragioni: serviva una nuova voce per lanciare i messaggi necessari. Quali? Che bisognava creare una nuova maniera di giocare, trovare una nuova identità, difendere, giocare tutti al 100% ogni possesso. Abbiamo parlato con tanti possibili sostituti, con coach con un passato nella NBA, nella G-League, in Russia, in Giappone, in Turchia: alla fine il profilo di  Johan Roijakkers ci è sembrato il più adatto. La sua nazionalità? Io vengo da New York, 10 milioni di persone, tutte diverse: la nazionalità non conta nulla. Il rapporto con Johan è buonissimo, entrambi viviamo di basket, ci confrontiamo più volte in un giorno e siamo costantemente alla ricerca di un modo per cambiare la mentalità dei nostri giocatori.

“Non solo in difesa, anche in attacco: dobbiamo correre, abbiamo solo iniziato a farlo. Correre dopo un rimbalzo, in transizione, e prendere le decisioni senza esitazioni. La stessa cosa vale per gli “open shot”, che non vanno mai rifiutati".

Gentile

“Premetto: è un giocatore che mi piaceva e mi piace tantissimo. Il 22 gennaio siamo andati a cena, siamo stati insieme tre ore perché volevo conoscerlo meglio. Gli ho detto: “Alessandro a me non interessa il passato, andiamo avanti ora. Sei bravissimo e penso che con te troveremo la maniera giusta di giocare e potremo fare cose positive”. Lui si è messo a disposizione, mi ha detto che era contento, mi ha fatto un’ottima impressione. Una settimana dopo è tornato a parlarmi, prima da solo, poi con il suo agente, Virginio Bernardi: in modo molto professionale abbiamo capito insieme che l’incastro non poteva funzionare e che la decisione migliore fosse quella di separasi”.

“Mi è dispiaciuto molto. Evidentemente le cose negli allenamenti quella settimana non sono andate bene. Io comunque gli auguro il meglio. Siamo migliori senza di lui? La differenza nel gioco non si spiega con la sua assenza”.

“Sì, lui aveva già trovato un accordo con Brindisi quando ha rescisso. Nel mondo nel quale ho lavorato fino a oggi, l’NBA, parlare con un giocatore sotto contratto con un’altra squadra senza permesso va contro le regole: un gm rischia di perdere il lavoro se lo fa e la franchigia di pagare una multa salata. Nella mia vita non avevo mai visto una cosa del genere. Se mi dà fastidio? No, qui le regole sono diverse. E’ successo e basta.

La visione

“Non c’è una dicotomia tra il bisogno di vincere le partite e quello di sviluppare i giocatori. Non è o uno o l’altro. Golden State, nell’NBA, ha costruito una dinastia sullo sviluppo dei giocatori, ma qui non esiste una G-League. Quali alternative abbiamo allora, per sperare di crescere? Gli scambi? No, è la strada meno efficiente. Prendere giocatori liberi? Troppo rischioso e Varese non ha potere economico. Rimane una via: sviluppare i giocatori. Perché devo avere paura di farlo? Perché poi rischio di andare in A2?”

“Inseriremo un development coach: è una possibilità che stiamo valutando. Mi piacerebbe averlo già, ma ci vogliono i soldi per prenderlo e deve essere la persona giusta”.

Fabio Gandini

Commenti