Il Nazionale

Cronaca | 28 dicembre 2021, 16:01

Due prime dosi in due giorni (e la visita di un generale): ecco come funziona l'hub pediatrico di via Gorizia

Mentre prende piede la somministrazione nella fascia 5-11 anni, i meccanismi sono già oliati e i tempi d'attesa quasi nulli

Due prime dosi in due giorni (e la visita di un generale): ecco come funziona l'hub pediatrico di via Gorizia

Due "prime dosi" in due giorni. No, non è stato un errore dell'Asl, anzi: è la combinazione di avere due figli nati a distanza di un anno l'uno dall'altra (23 mesi, per la precisione), entrambi "convocati" per la somministrazione del vaccino anti Covid presso l'hub di via Gorizia, a Torino. Quello attualmente riservato ai più piccoli, ma che da tempo è operativo - grazie anche alla Compagnia di San Paolo - e che nei mesi passati si è dedicato alla somministrazione soprattutto per gli addetti del terzo settore.

Dalla preadesione all'iniezione

Come da indicazione, la prenotazione tramite il portare "Il Piemonte ti vaccina" è stata fatta poche ore dopo l'avvio delle preadesioni. Nel giro di qualche giorno sono arrivati gli sms sul cellulare che fissavano la data. Diana la domenica mattina, Pietro il lunedì mattina. Poco male: in vacanza da scuola, tutto è più gestibile. 
Un tentativo di farli passare entrambi la domenica è andato a vuoto: "Le dosi sono contate", ci hanno spiegato gli addetti e gli infermieri. L'alternativa era mettersi in lista e attendere la fine del turno. Ma visto che non c'erano grandi difficoltà, si è atteso il lunedì mattina.

Diana è la più piccola, ma anche la più coraggiosa della truppa: è lei che rompe il ghiaccio. Arrivati all'esterno è sufficiente imboccare la strada riservata a chi è prenotato, ma non c'è ressa né attesa. Un volontario (alpino, con tanto di penna sul cappello) fornisce i moduli necessari. Ma tutti - tranne uno - sono già reperibili online e quindi chi arriva "preparato" può passare direttamente all'accettazione.
Non è clima per giocare in giardino, quindi si va diretti verso il banchetto dove vengono presi in carico i fogli firmati e vengono fotocopiati i documenti dei genitori. Tempo pochi minuti e si viene chiamati nello stanzino libero. Due chiacchiere con il medico e l'infermiere e in un attimo l'iniezione è fatta.
Si riceve la stampa dell'appuntamento per la seconda dose e il gioco è fatto. 
Non resta che attendere per 15 minuti nella stanza dove giochi e proiezioni di cartoni animati lasciano che i bimbi vengano tenuti d'occhio da possibili problemi e via, si torna a casa.

La "sorpresa" del generale

Un meccanismo che, almeno nel nostro caso, ha funzionato senza intoppi: liscio come l'olio. Sia la domenica che il lunedì, quando è stato il turno di Pietro. Appuntamento alle 11.34, puntuali. C'è però un'atmosfera diversa dal giorno prima: alle 12, infatti, è attesa la visita del generale Francesco Paolo Figliuolo. Lo schieramento delle forze dell'ordine non è imponente, ma è impossibile non notarlo. All'ingresso - in anticipo - ci sono già gli operatori dei mass media e anche il governatore Alberto Cirio, a fare gli onori di casa insieme al presidente della Compagnia di San Paolo, Francesco Profumo e Carlo Picco, direttore generale della Asl di Torino. 
Pietro si guarda intorno, un po' frastornato: non sono certo lì per lui, ma incrocia sorrisi, saluti, colpi col pugno. "Hai male al braccio?". "No, per ora no". Il suo pensiero va oltre governatori, generali e vertici sanitari: adesso ha anche lui il suo cerotto da mostrare con orgoglio, come fa sua sorella da 24 ore prima di lui.
Appuntamento per la seconda dose: stavolta in contemporanea. La burocrazia non è così brutta come la si dipinge.

Massimiliano Sciullo

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