Se in campo la squadra sta giocando "da Varese", cioè con quello spirito corsaro che fa parte della sua indole, anche fuori ci sono esempi "da Varese" che fanno onore alle radici umili e guerriere di questo club. L'esempio di Francesco Gazo, che si è trovato a dover battere un problema forse più grande degli avversari e lo sta facendo "da Varese", cioè come se nulla fosse, con un carattere e una normalità ammirevoli, e quello racchiuso in una lettera giunta in società e dalla successiva dedica del presidente biancorosso Stefano Amirante. Lettera e dedica in cui s'intrecciano spirito di appartenenza, orgoglio, memoria e la capacità di tramandare la forza di questa maglia da padre in figlio, e viceversa quando il papà, ex giocatore e capitano biancorosso, inizia a soffrire e s'aggrappa al Varese per trovare forza e allungare, centimetro dopo centimetro, la propria battaglia più importante. Cogliere tutto questo, e non lasciare inascoltata la voce di un figlio che ha perso un grande papà dal cuore biancorosso, significa vincere una partita più importante di quelle giocate sul campo. E significa, soprattutto, essere veramente "da Varese".
La dedica del presidente Stefano Amirante
Poche ore prima della partita di ieri contro il Fossano il nostro segretario Alessio De Carli mi ha girato una mail. Quando l’ho letta ho pensato che dovessimo fare qualche cosa come società che sta continuando la tradizione del calcio a Varese. Era anche la partita di Francesco Gazo in tribuna e non ho voluto mischiare attualità e storia, ma oggi ci tengo a rendere pubblico quanto è contenuto in quella mail.
Lo rendo pubblico da presidente del Città di Varese per sottolineare ancora una volta la responsabilità ma anche l’onore che la società prova nel continuare una Tradizione più che centenaria.
Mi sembra giusto quindi dedicare la vittoria di ieri ad un vero cuore biancorosso venuto a mancare due giorni fa: Antonio Turri.
Lascio che siano le parole del figlio a ricordare chi è stato ed esprimo a nome di tutto il Città di Varese le nostre condoglianze alla famiglia. Forza Varese!
Stefano Amirante
La lettera di Alberto Turri, figlio di Antonio, ex giocatore e capitano biancorosso.
Signori buongiorno,
mi chiamo Alberto e sono figlio di Antonio Turri, vostro giocatore centro-mediano e capitano dal 1956 al 1961. Il nostro meraviglioso papà si è spento ieri all'età di 88 anni.
Durante la sua vecchiaia aveva sempre in maniera lucida e perfetta la sua esperienza nella vostra società calcistica e la ricordava sempre con onore... da vero calciatore.
Nei suoi ultimi giorni di agonia gli leggevo un vostro vecchio libro sulla vostra società che custodiva gelosamente come un oracolo preziosissimo. E quando gli leggevo le formazioni in cui ha giocato in quegli anni nel suo guardo si accendeva l'orgoglio e la grinta di essere stato un BIANCO/ROSSO. Malgrado ormai il suo corpo si stava spegnendo.... la sua mente era perfettamente lucida: e il vostro ricordo e quel libro sono stati le mie "armi" per tenerlo più sereno possibile. La miglior MEDICINA che potessi usare.
Mi sento in dovere di scrivervi tutto ciò come figlio, solo per il fatto di come vi ha portato nel suo cuore fino alla fine... fino all'ultimo battito di ciglia... fino all'ultimo battito del suo immenso cuore.
Onore al mio papà
Onore al Varese
Onore ai colori bianco/rossi
Famiglia Turri Architetto Antonio
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