Il Nazionale

Sport | 18 dicembre 2025, 16:38

Paolo Orrigoni entra in Pallacanestro Varese, insieme a lui il capitale straniero. Scola: «È iniziata la fase due»

È appena nata una società più grande, più forte economicamente, più internazionale e soprattutto più varesina: nella compagine sociale ecco anche "mister Tigros", con un investimento di 2 milioni di euro. Le spiegazioni dell'amministratore delegato: «Sono risorse che ci consentiranno di cresce sotto diversi aspetti, dalle strutture come Lino Oldrini e Campus alla revenue. C'è grande interesse intorno alla nostra società e alla pallacanestro europea». Orrigoni farà parte anche nel cda

Paolo Orrigoni entra in Pallacanestro Varese, insieme a lui il capitale straniero. Scola: «È iniziata la fase due»

È appena nata una Pallacanestro Varese più grande, più forte economicamente, più internazionale ma, al contempo, anche e soprattutto più varesina.

Si è esaurito nelle scorse ore il complesso procedimento (diversi i professionisti coinvolti, dal notaio Domenico Chiofalo agli studi di commercialisti Attanasio-Baretti e Broggini)  che ha portato soci vecchi e nuovi del club prealpino a sottoscrivere un aumento del capitale societario e a versare altri contributi in conto al capitale stesso.

L’ultima “firma” in ordine di tempo - arrivata tra ieri sera e stamattina - è una “sorpresa” che profuma di territorio come non mai: Paolo Orrigoni, numero uno della catena di supermercati Tigros, ha deciso di entrare in società, con un investimento stimato intorno ai 2 milioni di euro.

Si tratta di una parte più che cospicua di un’operazione finanziaria dal valore complessivo di 4,8 milioni di euro, così imputabili: 2 milioni da “Mister Tigros” tramite sua società, 2,5 milioni da Varese Sport and Entertainment (tra soci italiani e soci stranieri della stessa) e 300 mila euro da PV Ignis, la “scatola” che da ormai un anno e mezzo contiene gli investimenti in quote di Rosario Rasizza e Marco Vittorelli (sponda Openjobmetis) e dell’imprenditore finanziario milanese Stefano Bonfiglio.

Proprio in questi istanti è in corso al Lino Oldrini una conferenza stampa dell’amministratore delegato biancorosso Luis Scola a consuntivo di tutte le grandi novità in essere.

Scola non parla di numeri, non è nel suo stile e nella sua idea di informazione pubblica, ma è raggiante: «Qui si chiude la prima fase. Siamo molto felici di aver imbarcato un socio come Paolo. Il suo supporto c’è stato dal primo giorno in cui sono arrivato qui, sia per vicinanza sia come sponsor e contatti e in mille altre maniere diverse, lui è sempre stato disponibile. È stata una delle prime persone che mi ha chiamato dopo la penalizzazione nel 2023 dicendo che voleva aumentare la sponsorizzazione, senza che noi glielo chiedessimo. Era già parte della società dal primo momento a diversi livelli»

Cosa significhi, cosa comporti questa aumentata capacità economica (il capitale sale a circa un milione e centomila euro, il resto dei 4,8 milioni non è invece vincolato allo stesso, come anticipato sopra), è presto detto: «Sono tanti i nostri obiettivi - afferma El General - Andremo a rinforzare gli asset strutturali della società, ad allungare il bacino dei ricavi, a finanziare una crescita strategica che passi anche dal marketing, a investire ancora sul settore giovanile. La prima squadra? Gli interventi ci sono già stati sulla parte sportiva, Iroegbu e Stewart, e sono stati fatti proprio quando abbiamo avuto la certezza che questa iniezione di risorse ci sarebbe stata».

Altro step importante: non c’è solo Orrigoni ad aver sposato la causa della Pallacanestro Varese e di Luis Scola. Nella galassia di VSE (Varese Sport and Entertainment), nei 2,5 milioni erogati da essa, ci sono nuovi investitori stranieri che per il momento rimangono anonimi: «Il 90% del capitale di VSE è straniero (uno di essi è l'argentino Eduardo Tapia ndr) - conferma Luis - perché è molto forte l’interesse che viene da tutto il mondo per la pallacanestro europea in generale e anche per il nostro progetto e questo sta aprendo molte porte. NBA Europe? Certo, conta molto come prospettiva: nei prossimi 10 anni in Europa cambierà tutto. Ma per il momento il nostro obiettivo non cambia e rimane quello di crescere attraverso un modello piramidale, dal basso, poi se la fine della strada si chiamerà Eurolega, NBA Europe o altro non fa differenza. È chiaro che ci mancano ancora tanti step».

Il nuovo consiglio d’amministrazione di Pallacanestro Varese: «Si allargherà ora, arriverà fino a 6-7 persone. Paolo Orrigoni mi ha detto che ci vuole essere, poi entrerà almeno un’altra persona a rappresentare VSE e mi piacerebbe anche un indipendente, cioè qualcuno che non è espressione di alcuna quota. In questi ultimi anni siamo stati solo in tre, io, Toto Bulgheroni e Paolo Perego: eravamo nati piccoli e fluidi nella prospettiva di un’entrata in societaria che non è avvenuta (i Pelligra ndr), ora questo ci fa gioco. Stefano Bonfiglio? È un uomo molto impegnato, ma ci aiuta tantissimo, ha un ruolo davvero importante per la società».

L’amministratore delegato si sofferma nello specifico degli investimenti strutturali: «Riguarderanno il palazzetto e il Campus. Rispetto al primo attendiamo di entrare nella fase due, dopo che la prima è stata sostenuta da Rosario Rasizza e Marco Vittorelli. Abbiamo cercato di trovare risorse attraverso un bando ma non le abbiamo trovate, proveremo altre strade: per ora il completamento della riqualificazione non è quindi imminente. Il progetto che riguarda il Campus è invece pienamente approvato: con il supporto della famiglia Bulgheroni, che è sempre gentile con la Pallacanestro Varese (e non parlo solo di Toto, ovviamente, ma anche del figlio Edoardo) abbiamo intenzione di creare una parte della struttura ad uso élite, una palestra smart che misuri i movimenti dei giocatori, nuove risorse per il recupero dei giocatori, per gli spogliatoi, una nuova area di gestione, a disposizione del minibasket e del settore giovanile, nuovi uffici, un’area commerciale per creare rendita passiva e non legata alle partite e un “hub sport science” che avrà anch’esso natura commerciale per clienti esterni».

Insomma, per tirare le somme, in casa Pallacanestro Varese si apre la fase due del progetto Luis Scola: «Io sono contento, quasi sempre. A tutti piacerebbe giocare i playoff, essere più avanti, ma in realtà siamo dove avevamo ipotizzato. Nella prima stagione abbiamo vinto 17 partite, questo ha creato aspettative extra che non sono state realiste, così come d’altra parte non è realista perderle tutte. Noi però eravamo consapevoli in che cosa consistesse questa fase uno: la stabilizzazione, l’allungamento delle risorse, il rafforzamento della base e del settore giovanile (siamo arrivati a 450  ragazzi e 24 squadre) e il riportare varesini in prima squadra. Ora, in questa seconda fase, dobbiamo crescere in revenue, marketing, ma poi anche sportivamente, per provare infine a fare il salto».

Fabio Gandini e Lorenzo D'Angelo

Commenti