Il Nazionale

Cronaca | 23 settembre 2021, 16:14

Uccise il padre violento per difendere la madre, ripreso il processo ad Alex Pompa

In aula i testimoni ricostruiscono il clima che c'era nella famiglia residente a Collegno: "aggressioni e liti continue"

Uccise il padre violento per difendere la madre, ripreso il processo ad Alex Pompa

Con gli interventi di alcuni testimoni è ripreso in Corte d'Assise il processo ad Alex Pompa, il giovane studente (all'istituto alberghiero di Pinerolo) che il 30 aprile 2020 uccise il padre, Giuseppe, per difendere la madre nel corso dell'ennesimo litigio avvenuto nella loro casa di Collegno.

Aggressioni e liti continue

Le deposizioni avevano per obiettivo la ricostruzione del clima che si viveva in famiglia. "Il padre - ha detto la fidanzata dell'imputato - aveva la tendenza ad aggredire pesantemente la madre e Alex e il fratello si mettevano in mezzo quando andava troppo oltre. Quando uscivamo stava sempre al telefono per farsi aggiornare sulla situazione a casa. Quanto a noi, non abbiamo mai avuto litigi. Solo qualche discussione. Al posto di urlare preferivamo dialogare".

La sera del 30 aprile i due fidanzati, come loro consuetudine, si scambiarono dei messaggi sui telefonini. Alle 21:37 Alex scrisse "c'e casino a casa ti spiego dopo". Due ore dopo, la ragazza, preoccupata per non avere ottenuto dei chiarimenti, scrisse: "Ti prego dimmi qualcosa" e poi "Spero che tu ti sia addormentato e basta".

"Il giorno dopo - ha raccontato un amico comune - mi scrisse di 'articoli che parlavano del nostro Alex'. Fu in questo modo che seppi cosa era accaduto".

"Il padre sono io e decido io"

Una delle cognate della vittima ha ricostruito altri episodi. "Giuseppe voleva che i figli facessero calcio a tutti i costi. Era un'ossessione. Una volta lo vidi strattonare, schiaffeggiare e dare un calcio a Loris ( il fratello di Alex, ndr), all'epoca avrà avuto cinque o sei anni, perché non voleva andare a una partita. Io mi intromisi e Giuseppe disse che non dovevo farlo: ' il padre sono io e decido io'. Un'altra volta si arrabbiò con mio marito perché arrivando pronunciò solo un 'ciao' generale e non un saluto rivolto personalmente a lui. Ci tenne il muso per tutto il tempo".

"Sembrava che trovasse sempre un motivo per avercela con noi", ha aggiunto la cognata. Quanto ai figli di Giuseppe, ne ha parlato come di "due ragazzi bravissimi, positivi, che si vogliono un bene dell'anima".

redazione

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