Quella di oggi, 7 settembre, è l’ultima giornata che il capitano Giuseppe Beltempo trascorrerà al comando della Compagnia dei Carabinieri di Saluzzo.
Dopo cinque anni, termina l’incarico del capitano Beltempo nelle terre dell’ex Marchesato di Saluzzo. Beltempo era giunto in Città nel 2016, dopo esser stato alla guida del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Massafra, in provincia di Taranto.
“Prima del mio arrivo a Saluzzo – ci racconta oggi il capitano – ho vissuto un’esperienza in un reparto che operava in un territorio caratterizzato dalla forte incidenza della criminalità organizzata”.
E proprio in quel territorio, Beltempo – all’epoca tenente – si era già distinto per indagini di particolare complessità, in una terra difficile. Le cronache locali riportano ancora oggi i fatti del 26 aprile 2012. Quando, in piena notte, era stata incendiata l’automobile del capitano, parcheggiata nei paraggi della sua abitazione.
Un gesto di natura dolosa, interpretato come un sicuro segnale del forte impegno che il tenente e l’Arma stavano riversando per contrastare i fenomeni criminali diffusi sul territorio, compresa la criminalità organizzata pugliese.
“È evidente che il mio incarico in un simile contesto avesse delle significative ripercussioni anche sulla qualità della vita, nonostante sia stata un’esperienza assai formativa”.
Dalla Puglia, quindi, alla volta di Saluzzo.
Il cambiamento è radicale: “Giunto a Saluzzo – continua il capitano – mi immergo in un tessuto sociale assolutamente sano”. Qui, all’ombra del Monviso, il percorso lavorativo di Beltempo viaggia a stretto contatto con la quotidianità, con la vita di tutti i giorni. “Qui è venuta alla luce la mia secondogenita, mentre il mio primogenito ha avuto modo di crescere. L’impressione che ho dopo cinque anni è quella di aver vissuto in una città laboriosa e generosa”.
Una città e un territorio che ha saputo accogliere il capitano. E, insieme a lui, creare un rapporto di fiducia. Un rapporto che queste terre hanno sempre saputo costruire con l’Arma e con i suoi rappresentanti.
“Mi sono interfacciato con tante autorità locali. Ho sempre trovato rapporti caratterizzati da lealtà, sinergie sorprendenti, connotate da reciproco rispetto, anche dei ruoli. Con tutti i sindaci ci sono stati rapporti eccellenti, e li ringrazio per la collaborazione che ho avuto: con il loro supporto, e con quello ovviamente dei comandanti delle Stazioni Carabinieri del territorio, abbiamo risolto criticità che altrimenti non si sarebbero potute risolvere.
Così come la collaborazione che ho avuto modo di apprezzare con tutte le Forze di Polizia”.
Ma anche con la stampa locale. Proprio ai giornalisti Beltempo dedica un passaggio: “Non è scontato avere con i giornalisti un rapporto sempre franco, leale, collaborativo. Ho ricevuto da parte vostra rispetto e vi sono grato.
La stampa si è sempre interfacciata con me in modo assolutamente leale, genuino”.
Nel Saluzzese, per stessa ammissione del capitano, “le persone hanno aspettative rispetto all’operato dell’Arma”. Ma, al tempo stesso, la popolazione “sa dare molto in termini di affetto, stima, apprezzamento e fiducia. Godiamo di quella fiducia incondizionata. E siamo in grado di rispondere alle necessità della gente, qualunque essere siano, da Casteldelfino a Paesana”.
Il capitano non ama dare numeri. Ma, al termine di un percorso di cinque anni, non si può non tracciare un bilancio dell’attività operativa che la “sua” Compagnia, sul territorio, ha svolto.
E, per farlo, partiamo da quella che forse è l’operazione che Beltempo ricorda “con maggiore soddisfazione”, seppur lo abbia “segnato umanamente”.
Il discorso volge sull’omicidio di Barge. Era il 23 gennaio 2019 quando Anna Piccato viene uccisa nei “Giardini di Annonay”, in pieno centro paese, da Daniele Ermanno Bianco. I Carabinieri avviarono sin da subito una serrata attività d’indagine, a tutto campo, senza escludere alcunché, utilizzando quei “vecchi metodi”, in quanto nella zona non erano possibili rilievi utilizzando - ad esempio - immagini dei sistemi di videosorveglianza.
E, in appena 15 ore di distanza dall’efferato gesto, l’omicida veniva fermato e poi arrestato.
Un esempio di quello che Beltempo continua a rimarcare come “collaborazione leale e validissima”. In questo caso, giunta dalla Stazione dei Carabinieri di Barge e dal Nucleo operativo radiomobile alle sue dipendenze, ognuno con i rispettivi comandanti.
“È pacifico, e di questo li ringrazio”. “L’omicidio della povera Piccato è stato risolto grazie alla sinergia efficace tra i vari reparti che compongono l’organigramma della Compagnia e il Comando provinciale”.
Il contributo essenziale, però, giunse proprio dalla Stazione di Barge: “la Stazione Carabinieri locale conservava quel patrimonio informativo che ci ha consentito di risalire all’autore del reato in pochissime ore”.
Un patrimonio che si costruisce, giorno per giorno, grazie a quel radicamento sul territorio che l’Arma può vantare: “I Carabinieri conoscono la gente, e la gente ha fiducia in loro. Siamo una risorsa insostituibile per il territorio”.
Ma l’attività dei Carabinieri di Saluzzo, al comando del capitano Beltempo, si è distinta anche per il forte impegno nel contrasto allo spaccio di droga. Tanti sono stati gli arresti, con il sequestro di ingenti quantitativi di sostanze.
“Abbiamo operato nel difficile contesto della devianza giovanile, e siamo riusciti, specialmente su Saluzzo dove si manifesta maggiormente il fenomeno, ad intercettarlo prima ancor che divenisse incontrollabile. Cogliendo quei segnali, anche grazie alla nostra presenza nelle scuole, dove abbiamo svolto controlli con unità cinofile. Un’attività antidroga molto vasta, dal carattere preventivo. Che si è rivelata molto performante. Merito di tutta la Compagnia”.
In un territorio vasto come quello che può essere il Saluzzese, la Compagnia è stata poi chiamata alla lotta a quelli che in gergo vengono definiti i “reati contro il patrimonio”. I furti.
“Rappresentano una piaga, molto sentita, nei confronti della quale l’Arma ha messo in campo attività di prevenzione, con il costante controllo del territorio. Una serie di pianificazioni dei pattugliamenti del territorio in grado di fornire un immediato intervento nel caso si verifichino criticità, con furti in atto, ma al tempo stesso anche una rassicurazione sociale.
Abbiamo investito molto, per essere sempre presenti sul territorio e in quelle aree decisamente isolate. Ho chiesto ai miei uomini un’attività di prossimità, di vicinanza anche alle aree a maggior rischio”.
Proprio in questo ambito, spiccano le operazioni “Robin” e “Robin 2”: gli arresti avevano permesso di colpire un vero e proprio sodalizio, dedito ai furti in abitazione. Più di 60 i colpi ricondotti alla banda, messi a segno non solo a Saluzzo, ma nell’intera provincia di Cuneo.
Una provincia che, per la sua frammentazione territoriale, costituita anche di case sparse, piccoli comuni, case di campagna e nuclei disabitati, rende maggiormente difficile il controllo del territorio.
“Nonostante ciò, abbiamo cercato comunque di conformare il modulo della prevenzione proprio in base a questa situazione contingente. Siamo riusciti a dare alla gente una maggiore percezione di sicurezza, caposaldo che ha sempre mosso il nostro operato.
Non sono arrivato qui per fare numeri, ma se c’è anche solo una persona che ringrazia i Carabinieri, che ci riconosce di essere sempre sul pezzo, che nota la nostra presenza, sempre, sinceramente mi ritengo più soddisfatto. L’attività di prossimità, quella vera, è fondamentale.
Ma è possibile, e lo ricordo ancora una volta, grazie ai Carabinieri delle Stazioni, al Nucleo operativo radiomobile, che ringrazio. Il loro qualificato apporto, la loro profonda conoscenza del territorio e, soprattutto, la fiducia che i cittadini ripongono in loro rappresentano dei valori aggiunti che rendono i Carabinieri una risorsa insostituibile”.
Saluzzo è anche terra fortemente caratterizzata dalla presenza di aziende agricole e frutticole. Anche qui, l’impegno dell’Arma è stato totale, con tutta quella serie di controlli portati a termine insieme al Nucleo ispettorato del lavoro e a stretto contatto con gli ispettori territoriali del lavoro.
“Un lavoro difficile, tanti controlli nel settore agricolo, anche con una finalità di contrasto allo sfruttamento ed al caporalato.
In stretta collaborazione con il Nucleo carabinieri ispettorato del lavoro di Cuneo sono stati eseguiti numerosi controlli ad aziende operanti nel settore della raccolta della frutta. Questo ci ha consentito da un lato di accertare le violazioni delle normative sul lavoro, dall’altro di fornire ai datori di lavoro, anche con il contributo delle Associazioni di categoria, valide indicazioni per lo svolgimento delle precipue attività, nella prospettiva della piena regolarità delle assunzioni e dei rapporti di lavoro”.
E proprio la frutticoltura, con la necessità di manodopera per la stagione di raccolta, negli anni ha generato quel richiamo che ha portato, in città e sul territorio, migliaia di ragazzi di origine africana, nel Saluzzese in cerca di lavoro.
L’Arma dei Carabinieri è stata tra i soggetti maggiormente coinvolti da questo fenomeno, chiamati ad una “gestione notoriamente molto complicata”.
Beltempo lo ricorda bene, ma tuttavia ricorda anche come “seguendo le direttive di Prefettura e Questura di Cuneo, nonché del Comando provinciale Carabinieri, la Compagnia di Saluzzo ha sviluppato un’attività che è riuscita a coniugare l'esigenza di controllo del territorio con la dimensione umana e sociale del fenomeno.
In questo contesto nel quale, spesso, si è andato oltre il proprio dovere istituzionale, è stata fondamentale la sinergia tra i Carabinieri di Saluzzo, l’Amministrazione comunale e la Polizia locale”.
E poi, senza ombra di dubbio, l’emergenza pandemica. Che ha condizionato tutto e tutti, anche l’azione dei Carabinieri. Che seppur si siano attenuti ad una serie di indicazioni fornite, a livello governativo ma anche dalla scala gerarchica dell’Arma, hanno avuto una duplice funzione.
“Nel difficile periodo della pandemia, i Carabinieri delle Stazioni ed il Nucleo operativo e radiomobile hanno operato con grande impegno e sensibilità, nel tentativo di esercitare un’azione non tanto repressiva rispetto alle violazioni delle numerose norme anti-contagio, quanto di persuasione ad una responsabile adesione alle prescrizioni di legge.
In quest'ottica, l’attività di concreto aiuto ai cittadini dimoranti nelle aree più isolate del territorio ha rappresentato una componente di assoluto rilievo, specie nei periodi di restrizione dei movimenti sul territorio”.
Il nostro bilancio volge al termine. E balza subito agli occhi come “collaborazione” e “sinergia” siano due delle parole più ricorrenti nelle riflessioni del capitano Beltempo. Sinergia con tutti: reparti, Amministratori, stampa locale. Indistintamente, ma sempre con grande rispetto e lealtà.
Da domani, Beltempo sarà al comando del Nucleo investigativo della provincia di Pesaro Urbino, nelle Marche. “Incarico completamente diverso, con interazioni e un approccio diverso, esclusivamente investigativo”.
Cosa lascia a chi viene dopo di lei?
“Lascio una città operosa, generosa, che mi ha fatto sentire a casa. Ha accolto non solo me, nella vesta di comandante di Compagnia, ma tutta la mia famiglia. Ed è anche per questo che con un velo di tristezza lascio questa terra, che iniziavo a sentire appartenermi. Lascio una comunità effervescente.
Lascio una Compagnia efficiente, composta da Carabinieri appassionati, che fanno il proprio lavoro con dignità e consapevolezza dell'importante ruolo rivestito.
Lascio Stazioni e uomini radicati sul territorio, che operano silenziosamente per la gente e tra la gente”.
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