Il vescovo di Pinerolo ha invitato “a un dialogo onesto e trasparente” sulla vicenda della riapertura dello stabilimento ex Annovati di Frossasco, ora di proprietà dei turchi di Kastamonu. Un appello a cui fa seguito una lettera aperta di una serie di residenti, mentre l’Amministrazione comunale prende tempo.
La questione della ripartenza dello stabilimento di via Piscina 2-6 è finita anche sul tavolo del vescovo monsignor Derio Olivero, che ha rilasciato un’intervista al settimanale ‘l’Eco del Chisone’, mettendosi anche a disposizione per favorire il dialogo tra chi ha delle perplessità o preoccupazioni e chi deve decidere, come il Comune e gli enti superiori, precisando che non intende prevaricare gli scienziati e i politici.
Alla sua posizione segue una lettera aperta (in allegato) indirizzata a lui e scritta da alcuni residenti di Frossasco, rappresentati da Giorgio D’Aleo: “Abbiamo informato il vescovo della volontà di rendere pubblica la lettera, perché non volevamo ‘tirarlo per la giacca’” puntualizza D’Aleo. Il documento ripercorre le vicissitudini della Val Noce: dall’incendio del 2017 della fascia montuosa dei Tre Denti, che è costato anche una giovane vita, al recente rogo della Cia Technima di Roletto, passando per quello alla ‘collina dei rifiuti’ nello stabilimento ex Annovati nel 2019. E sottolinea le preoccupazioni per l’Energy Plant che la Kastamonu vuole realizzare per bruciare gli scarti di lavorazione della realizzazione di pannelli truciolari.
Gli estensori della lettera propongono di mettere in funzione la Commissione Ambiente, prevista dallo Statuto comunale di Frossasco, per aprire la discussione. Per il momento il sindaco Federico Comba non rilascia commenti sull’appello del vescovo e su questa proposta, ma assicura che lo farà nei prossimi giorni.
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