Il Nazionale

Cronaca | 26 agosto 2021, 14:30

Morte di Martina Rossi, colpo di scena in Cassazione, la sentenza slitta al 7 ottobre. Papà Bruno: "Vogliamo giustizia con amore e no con sofferenza"

Accolta l'istanza avanzata dai legali dei due imputati, condannati a 3 anni di carcere, i quali hanno avanzato un’eccezione di incompetenza della sezione feriale. La studentessa morì dopo un tentativo di stupro a Palma di Maiorca nel 2011

Morte di Martina Rossi, colpo di scena in Cassazione, la sentenza slitta al 7 ottobre. Papà Bruno: "Vogliamo giustizia con amore e no con sofferenza"

Niente da fare. Oggi doveva essere il giorno della sentenza della Cassazione per far luce sulla morte di Martina Rossi, la ventenne genovese originaria di Imperia, precipitata da un hotel a Palma di Maiorca mentre si trovava in vacanza il 2 agosto del 2011, ma l’udienza è stata rinviata al 7 ottobre.

La Suprema Corte ha infatti accolto l’istanza avanzata dai legali dei due imputati  i quali hanno avanzato un’eccezione di incompetenza della sezione feriale.

Nell'aprile scorso la Corte d'Appello di Firenze ha condannato a tre anni di carcere per violenza sessuale, Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi. Martina Rossi sarebbe infatti, caduta dal balcone dell'hotel, precisamente dal sesto piano, per sfuggire, secondo l'accusa, a un tentativo di stupro da parte dei due giovani originari di Arezzo.

Gli avvocati dei due imputati hanno sostenuto che il processo si debba svolgere davanti alla quarta sezione penale, quella ordinaria competente, in quanto a loro avviso il termine di prescrizione del reato scatterebbe verso la fine di ottobre e quindi ci sarebbe il tempo per fissare una nuova udienza davanti alla quarta penale. L’altro reato contestato invece, morte come conseguenza di altro reato, risulta essere già prescritto.

A Roma, come a tutte le udienze dei vari processi, erano presenti i genitori di Martina, Bruno Rossi e la moglie Franca Murialdo, assistiti dall'avvocato Stefano Savi, che da 10 anni attendono giustizia. "Non cambia molto da agosto a ottobre, dice papà Bruno ai tanti cronisti giunti nella capitale per seguire il processo, ma il problema rimane. Bisogna vedere se il 7 ottobre si trova una soluzione. Penso di sì, la massima autorità della giustizia italiana si è impegnata a far terminare questo processo prima che venga dichiarata la prescrizione. Tutta questa vicenda è avvenuta sulle difficoltà e i tempi della giustizia e gli stessi vengono sempre allungati. Purtroppo noi l'abbiamo sempre prese e Martina ci ha lasciato la pelle e noi adesso vogliamo trovare un po' di giustizia con amore e non con sofferenza. Nostra figlia ha sofferto 35 minuti, con i due ragazzi che erano in camera con lei, e non sono scesi ad aiutarla e hanno continuato a far la vacanza. Anche oggi non sono venuti in udienza. Ma cosa vengono a fare?", si è chiesto retoricamente. 

"Il 7 ottobre mi aspetto quello che aspettavo oggi, dice invece mamma Franca Murialdo. Giustizia e verità. Non mi viene da dire altro. Speravo quasi che decidessero oggi. Non vorrei che il 7 ottobre rinviino ancora, mia figlia è morta da 10 anni". 

Al termine delle interviste rilasciate alla stampa dai difensori, i quali ai cronisti hanno spiegato il motivo tecnico-giuridico del rinvio del processo, sono sorte alcune contestazioni da parte di cittadini e attivisti presenti dinnanzi la Cassazione. "Come diamo giustizia a Martina?", ha chiesto una giovane. Un avvocato ha risposto che "la giustizia non deve essere per una persona, la giustizia non è personale" prima di allontanarsi dai microfoni. Successivamente in tanti hanno gridato più volte "Vergogna, riferendosi al collegio difensivo degli imputati, dovete vergognarvi, siete degli 'Azzeccagarbugli'. Difendete degli assassini". 

Angela Panzera

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