Il comune di Savona ha deciso di affidare l'incarico ad un legale per difendersi contro il ricorso al Tar presentato la scorsa settimana da 4 rappresentanti di altrettante famiglie del campo nomadi di Savona.
Il ricorso al Tribunale amministrativo regionale, notificato anche da Arci, Anpi, la comunità di San Benedetto al Porto di Genova e Mediterranea (in attesa delle delibere nazionali delle altre associazioni come Amnesty International e Emergency) si oppone al nuovo regolamento sul campo della Fontanassa.
Lo scorso mercoledì 23 giugno a seguito di un'ordinanza firmata dal sindaco Ilaria Caprioglio sono state infatti demolite tre delle sette baracche abusive.
La settimana successiva invece era stata scongiurata la sospensione dell'acqua nel campo allacciata collegata in modo abusivo ad una bocchetta della protezione civile con il contatore intestato ad Ata, la società partecipata del comune.
Però per gli abitanti del campo l'apprensione rimane ancora tanta, perché lo stop dell'erogazione è provvisorio e potrebbe comunque avvenire nelle prossime settimane così come la demolizione dei manufatti abusivi rimasti.
"Alcune famiglie si sono informate e il costo è elevato sia per l'allaccio ad Ireti che per le pratiche per portare l'acqua alla piazzola - spiega l'avvocato che tutela la posizione degli abitanti del campo Maria Gabriella Branca - si tratta comunque di una questione temporanea che può essere da un momento all'altro dismessa".
"Faremo comunque un'istanza per la sospensiva, infatti alcuni aspetti del regolamento sono preoccupanti, alcune norme sono in contrasto con le norme europee, italiane e regionale. Mi sembra una storia poco edificante per Savona" conclude l'avvocato Branca.
Il prossimo lunedì 12 luglio intanto è stata organizzata una cena di autofinanziamento a Ciantagalletto per raccogliere fondi per il contributo unificato per il ricorso al Tar che ha ricevuto il supporto del Vescovo.
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