Mamme e papà, bimbi. Stranieri, italiani. Colf e ristoratori. Sono circa 100 le famiglie in difficoltà che questa mattina hanno ricevuto il pacco di solidarietà donato da monsignor Cesare Nosiglia, in un'iniziativa di San Giovanni promossa da Caritas, Diocesi e Banco alimentare. In fila, per un pacco alimentare e dei giochi, anche due famiglie con 10 e 14 figli.
San Giovanni fa rima con solidarietà
"San Giovanni fa rima solidarietà, soprattutto in questi anni. Con la pandemia i poveri sono triplicati. La povertà aumenta" è la riflessione dell'arcivescovo Nosiglia. L'alto prelato ha puntato il dito contro il mondo del lavoro, entrato in una crisi che appare tanto profonda quanto irreversibile: "La situazione del lavoro è pietosa, con tante famiglie sull'orlo della disperazione. Senza il lavoro non c'è dignità e futuro. Poveri, senza fissa dimora, malati, disabili e extracomunitari: c'è tutto un un mondo che va riconosciuto e sostenuto".
Rispettare il lavoro vuol dire rispettare la Costituzione
Nosiglia, come già aveva fatto qualche giorno fa, si è poi appellato al rispetto della Costituzione e dell'articolo Uno: "E' fondamentale rispettare la Costituzione, lo dice il primo articolo: il lavoro è il nostro fondamento, ci si riempie la bocca di questo termine ma ci sono tantissime aziende in crisi e in difficoltà e non c'è verso di trovare una strada per risollevarle". "Molto deve fare il Governo, il Ministero e tutti i soggetti coinvolti: bisogna fare squadra, sistema. Torino ha la possibilità di farlo, è sempre stata il centro del lavoro. Una città che sa lavorare e imporsi nel mercato con modi nuovi e coinvolgenti", ha ribadito l'arcivescovo.Per Nosiglia, in particolare, la questione Embraco è il simbolo di una crisi profonda e durissima, che ha colpito le fasce più deboli e che si è acuita in tempo di pandemia.
La Chiesa che va incontro alle persone
A raccontare l'importanza dell'iniziativa Wally Falchi, referente dei servizi della Caritas Diocesana: "Questa è la chiesa in uscita, che va verso le persone: è un segno di festa in una giornata importante per la città".
L'omelia in Duomo: "Basta con la cultura dello scarto"
Terminata la cerimonia di consegna dei pacchi di solidarietà, Nosiglia ha poi officiato la messa in Duomo: "Facciamo sistema, affinché Torino possa ripartire dalle sue origini e tradizioni, avendo lo sguardo rivolto verso il futuro. Torino deve tornare a correre e deve farlo insieme a tutti, senza produrre quella “cultura dello scarto”, di cui Papa Francesco ci ha spesso parlato", è la strada indicata dall'arcivescovo.
Appendino: "Non dimentichiamo quanto imparato in pandemia"
"La città durante l'emergenza ha dimostrato quanto è solidale è vicina a chi vive in difficoltà. C'è stata una risposta molto forte e non dobbiamo dimenticarci quanto sia importante rimanere uniti nei momenti difficili. Quindi il messaggio di questo San Giovanni è che speriamo di essere fuori dal momento più buio, ma non dimentichiamoci quello che abbiamo imparato. E cioè che bisogna essere solidali compatti e uniti nell'affrontare le sfide". Questo il messaggio della sindaca di Torino Chiara Appendino per la festa patronale della Città, la sua ultima in veste di prima cittadina.
Appendino ha poi voluto spendere qualche parola per Nosiglia, anche lui arrivato alla fine del suo mandato: "In questi 11 anni - ha detto la sindaca - è stato molto vicino alla comunità mettendosi in gioco anche su progetti molto difficili come la liberazione del Moi".
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