Il Nazionale

Politica | 09 giugno 2021, 14:30

"Governo ed Ente Ospedaliero Cantonale si fanno beffe della popolazione di Lugano?"

Se lo chiede analiticamente il Movimento per il Socialismo del Ticino

"Governo ed Ente Ospedaliero Cantonale si fanno beffe della popolazione di Lugano?"

Il Movimento per il Socialismo ha preso duramente posizione sulla mancata riapertura del Pronto Soccorso dell’Ospedale italiano di Lugano-Viganello, che il Consiglio di Stato aveva annunciato per il 10 maggio. Ne ospitiamo il documento pubblicato sul sito internet del Movimento.

Quasi un mese fa avevamo denunciato il fatto che il Pronto Soccorso dell’Ospedale italiano di Lugano-Viganello non fosse stato ancora riaperto.

E questo malgrado il governo (su assicurazioni dell’Ente Ospedaliero Cantonale) avesse annunciato – anche a seguito delle pressioni esercitate negli scorsi mesi (ricordiamo la petizione promossa dall’MPS e le interrogazioni sia a livello cantonale che cittadino) – che il Pronto soccorso dell’Ospedale italiano di Lugano-Viganello sarebbe stato riattivato a partire dal 10 maggio.

Proprio nel suo rapporto sulla petizione dell’MPS così si era espresso il governo cantonale lo scorso 11 marzo 2021: “Lo scorso 3 marzo, con RG n. 1052, il Consiglio di Stato, per quanto riguarda il Pronto soccorso dell’Ospedale regionale di Lugano, ha modificato i provvedimenti adottati con la RG n. 209 del 20 gennaio 2021 nel modo seguente: dal 10 maggio 2021, a dipendenza dell’evoluzione della situazione epidemiologica, sarà riaperto il pronto soccorso dell’Ospedale regionale di Lugano, sede Ospedale Italiano”.

Ebbene, è passato più di un mese dalla data annunciata (10 maggio) e, malgrado l’evoluzione pandemica non presenti particolari criticità, chi andasse all’Ospedale italiano perché bisognoso di cure urgenti troverebbe il cartello “rivolgersi al Civico”.

Una situazione inaccettabile che mostra, ancora una volta, quanto poco valgano le garanzie e le parole del governo; ancora meno quella della direzione dell’EOC che vede alla testa persone che – come è noto e come si potrebbe facilmente dimostrate – vorrebbero di fatto liquidare il PS dell’Ospedale italiano (e altri servizi ospedalieri).

Ci si chiede d’altronde come questa apertura possa avvenire e possa essere subito operativa visto che, finora, non è stata fatta alcuna pubblicità e informazione verso la popolazione. Dopo oltre un anno di sospensione dell’attività di questa importante struttura per una zona assai popolosa della città di Lugano, è importante che tutti e tutte possano essere informati di questa riapertura (attraverso materiale distribuito alla popolazione, annunci sui giornali, etc.). Solo in questo modo la ripresa potrà essere effettiva e rispondere ai bisogni della popolazione. Ma, come detto, finora di tutto questo non si vede nemmeno l’ombra.

Il Municipio di Lugano, così occupato e preoccupato di quanto avviene, alla stessa altezza, sull’altra sponda del Cassarate, meglio farebbe a prendere in mano la situazione dell’evoluzione delle strutture ospedaliere attive sulla città di Lugano. Sono queste le priorità e le preoccupazioni di una parte importante della popolazione e non certo i supposti disturbi causati dal centro autogestito al Macello!

L’evoluzione della politica dell’Ente Ospedaliero Cantonale nei confronti delle strutture sanitarie di Lugano rende ancora più necessaria non solo l’apertura, ma anche il potenziamento del PS dell’Ospedale italiano.

Per questo l’’MPS rinnova il suo appello e la sua proposta affinché la riapertura del PS di Viganello avvenga unitamente ad un suo potenziamento (passando da un’apertura di fatto limitata ad una 24 ore su 24, 7 giorni su 7). Appare sempre più evidente, e le recenti decisioni annunciate dall’Ente Ospedaliero Cantonale sembrerebbero confermarlo, che il PS dell’Ospedale Civico di Lugano non risolverà i problemi di sovraffollamento con tutti i problemi connessi (lunghe ore di attesa, etc.).

Il potenziamento dell’offerta pubblica della medicina ambulatoriale nel Luganese (anche attraverso il potenziamento del PS dell’Ospedale italiano) resta una priorità assoluta.

R.G.

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