Si è concluso con un pugno di mosche in mano il caso di Samira Sbiaa, la donna di origini marocchine di Settimo Torinese scomparsa nel nulla nel 2002 di cui nessuno denunciò la scomparsa.
La Procura di Ivrea ha deciso di archiviare le indagini, dopo che gli accertamenti disposti dai magistrati non hanno portato ad un nulla di fatto. Cadono quindi le accuse di omicidio avanzate nei confronti del marito, Salvatore Caruso.
Durante le indagini, gli inquirenti avevano infatti ipotizzato che il marito, che non aveva nemmeno denunciato la scomparsa, avesse ucciso la moglie per liberarsi poi del cadavere.
In Via Petrarca, dove abitava la donna, si era anche scavato nel giardino di casa di Caruso, alla ricerca del corpo di Samira ed erano stati utilizzati i cani molecolari dei carabinieri, sguinzagliati per controllare soprattutto l'orto e la cantina, una sorta di tavernetta-garage al piano terreno.
La ricerca non aveva portato ad un nulla di fatto: i resti di ossa ritrovati nel giardino appartenevano infatti ad animali di grossa taglia.
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