"Restiamo convinti che non spettasse alla prima cittadina seguire, anche sotto il profilo tecnico, l’evoluzione organizzativa dell’evento e i relativi aspetti meramente operativi. Sarà uno degli aspetti fondanti l’atto d’appello, con il quale chiederemo la piena assoluzione". Lo hanno detto Luigi Chiappero ed Enrico Cairo, avvocati difensori di Chiara Appendino, commentando le motivazioni della sentenza che lo scorso gennaio ha condannato la sindaca a 1 anno e 6 mesi in relazione ai fatti avvenuti in piazza San Carlo nel giugno 2017, durante la proiezione della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid.
"Nella sentenza - spiegano gli avvocati - l’aspetto confortante è che trovino accoglimento molte considerazioni svolte dalla difesa. Il giudice ritiene insussistenti numerosi profili di colpa contestati alla sindaca, con particolare riferimento agli aspetti connessi ai procedimenti autorizzativi che hanno consentito la proiezione della partita. Ancora, si legge in sentenza come non fosse l’organo apicale del Comune a dover vigilare sull’osservanza delle prescrizioni imposte dalla Commissione provinciale di vigilanza".
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