Il Nazionale

Cronaca | 02 maggio 2021, 12:33

Primo Maggio violento a Torino, un fotoreporter racconta: "Accerchiato e minacciato di morte dai manifestanti"

Il professionista, freelance, ha fatto denuncia ai carabinieri raccontando l'episodio avvenuto vicino a Palazzo Nuovo: "Mi hanno obbligato a cancellare foto e video degli scontri"

Primo Maggio violento a Torino, un fotoreporter racconta: "Accerchiato e minacciato di morte dai manifestanti"

Lo hanno avvicinato nei dintorni di Palazzo Nuovo, in via Sant'Ottavio, dove si trova un negozio di fast food. Lo hanno accerchiato e, con toni minacciosi, lo hanno costretto a cancellare il materiale che aveva appena realizzato documentando le manifestazioni di piazza che si erano tenute - in occasione del Primo Maggio - tra via Po e piazza Castello. "Se domani esce un articolo con quanto hai visto, ti veniamo a prendere sotto casa e ti ammazziamo".

E' la disavventura che un fotoreporter freelance ha raccontato nella sua denuncia ai carabinieri per minacce aggravate. I responsabili? Alcuni dei partecipanti alle manifestazioni che si erano appena tenute in centro.

Manifestazioni non autorizzate (la cerimonia ufficiale della Festa dei lavoratori si è infatti svolta all'interno del Comune, in sala Carpanini, alla presenza della sindaca Chiara Appendino, dell'assessore regionale Chiara Caucino, dell'arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia e dei rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil), che sono sfociate anche in disordini e momenti di tensione.

Ma evidentemente, nonostante la decisione di manifestare ugualmente in piazza, qualcuno dei partecipanti ai disordini non voleva che circolassero testimonianze fotografiche o filmate di quanto accaduto. "Sono stato accerchiamo da alcune persone incappucciate - prosegue nel suo racconto -: mi hanno preso la macchina fotografica e hanno cancellato a forza le riprese video. E pensare che queste sono persone che predicano diritti universali. Quello che mi è successo è un attentato contro ogni forma di democrazia: io con foto e video documento solo la verità".

E sui disordini del Primo maggio non si placa la polemica politica. Dopo le condanne arrivate ieri, anche il gruppo consigliare della Lega stigmatizza quanto accaduto: "Una ghigliottina per giustiziare idealmente il premier Mario Draghi e il leader della Cgil Maurizio Landini - commenta il capogruppo Alberto Preioni -, il solito linguaggio d’odio scelto dai centri sociali di Torino e di fronte al quale non possiamo che esprimere tutta la nostra condanna. È il momento di uscire dall’ambiguità e di sgomberare queste roccaforti dell’eversione: siamo certi che con la vittoria del centrodestra alle prossime comunali questo filo di decennali coperture politiche a favore dei violenti dell’ultrasinistra verrà definitivamente spezzato”.

redazione

Commenti