Il governo ferma lo sci e Bardonecchia si ferma. Letteralmente. La decisione dello stop alla riapertura degli impianti, annunciata dal ministro Speranza soltanto ieri sera intorno alle 19, ha infatti messo d'accordo tutti nei comuni montani del Piemonte e in Valle di Susa in particolare, ma ancora di più a Bardonecchia, dove tutto era pronto per ripartire proprio stamattina ed erano già stati venduti migliaia di skipass per questi giorni di Carnevale.
Il flashmob nel centro storico e in via Medail
Ha messo d'accordo tutti, ovviamente, perché tutti hanno preso con rabbia e stupore la decisone. Tanto che il paese si è unito in un curioso flashmob. Da stamattina la notizia è rimbalzata sui social, poi su tutte le vetrine di negozi e locali e infine si è trasformata in un tam tam tra residenti e vacanzieri. Così, alla fine, quella che doveva essere una manifestazione di maestri di sci in piazza con un blocco "simbolico" delle attività commerciali per 3 minuti alle 16.15, si è trasformata in una manifestazione con centinaia di persone, residenti e curiosi, maestri di sci ma anche famiglie con bambini, sfociata poi in un rumoroso e pacifico corteo lungo tutta via Medail.
Non solo: le attività commerciali che hanno chiuso lo hanno fatto per ben più dei tre minuti simbolici. E a dare il via a tutto è stato il parroco della Chiesa di Sant'Ippolito, che ha fatto suonare le campane per tre minuti. I maestri e le maestre di sci si sono presentati in piazza vestiti di tutto punto, con la divisa e gli sci ai piedi.
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Il sindaco Avato: "Un colpo duro, ormai la stagione è andata"
"Questo stop arrivato a sole 12 ore dalla riapertura è stato un colpo piuttosto duro", ha commentato il sindaco di Bardonecchia, Francesco Avato, che ha coordinato la manifestazione in piazza accanto al presidente di Uncem, Marco Bussone, Luigi Chiabrera e i rappresentanti dei maestri di sci. "Tutto era pronto alla ripartenza - ha spiegato Avato - e questa decisione presa in questo modo ci dice che il mondo della montagna è poco conosciuto. La stagione sciistica per partire richiede infatti enormi sforzi, anche economici, lavoratori stagionali, investimenti per sistemare le piste e per la messa in sicurezza. Abbiamo avuto 5 date per la ripartenze e 5 rinvii, sempre comunicati all'ultimo. Ora non abbiamo più voglia, è chiaro che la data del 5 marzo è fittizia perché la stagione è finita. Spero che arrivino subito i ristori".
Intanto il coordinatore regionale di Forza Italia, Paolo Zangrillo, entra a gamba sulla questione: “Ieri sera durante la trasmissione 'Che tempo che fa' il professor Ricciardi, consulente del ministro Speranza, ha affermato che già da ottobre si sapeva che gli impianti sciistici non avrebbero riaperto. Se fosse vero, è inaccettabile che un’intera filiera economica sia stata presa in giro per mesi, aggravando le conseguenze dannose di tale situazione. Cittadini, lavoratori e imprese devono essere tutelati dallo Stato, il ministro Speranza rifletta sulle sue responsabilità!”.
In serata ecco le dichiarazioni del neo ministro al Turismo, Massimo Garavaglia: "La stagione dello sci è chiaramente conclusa. Pensare di mettersi in campo dopo il 5 marzo oggettivamente non ha senso". E poi ancora: "C'è stato un danno per una scelta del governo e i danni vanno indennizzati".
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