Il Nazionale

Cronaca | 01 febbraio 2021, 16:26

Il risveglio della Torino "gialla", bar e ristoranti provano a ripartire. "Ma adesso servono regole chiare e certezze" [FOTO e VIDEO]

Gilli (ristorante Monferrato): "Aperto senza prenotazioni, ma la gente è subito accorsa. E' bello risentire i rumori della cucina". Girardello (gelateria Silvano): "Speriamo non sia una parentesi: la gente ha voglia di tornare a vivere"

Il risveglio della Torino "gialla", bar e ristoranti provano a ripartire. "Ma adesso servono regole chiare e certezze" [FOTO e VIDEO]

Un risveglio lento, quasi sonnacchioso. Il lunedì mattina di una Torino che si ritrova (finalmente) gialla è decisamente diverso dalle ultime volte in cui il colore dei provvedimenti anti Covid aveva smorzato il suo colore. Erano domeniche e la gente si era subito voluta godere la ritrovata libertà animando le vie del centro e non solo. Il lunedì è una cosa diversa, tra orari di lavoro e impegni da giorni feriali. Ma la città si prepara a ripartire, soprattutto con i bar e ristoranti che finalmente possono affiancare all'asporto anche l'attività classica di accoglienza e somministrazione.
I dehors del centro si ripopolano dei primi gruppetti di persone intenti a prendere il caffè e a chiacchierare, mentre i camerieri e gli addetti allestiscono tavoli e sedie confidando in un inizio di febbraio clemente, quanto a clima e temperatura.

 

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Il ristorante: "Bello risentire i rumori della cucina, ma ora chiarezza e certezze"

"Abbiamo aperto senza prenotazioni, ma ora siamo già con tante presenze, è bello tornare a sentire i rumori della sala e quelli della cucina", racconta Daniele Gilli, titolare del ristorante Monferrato, che nella via che porta il suo nome, oggi pedonale, osserva il passaggio delle persone in questa prima giornata di Torino gialla a pochi passi dalla Gran Madre. Ma non mancano le preoccupazioni: "È una ripartenza che arriva purtroppo dopo alcune altre, ma più il tempo passa e più la situazione diventa pesante: bisogna fare qualcosa di definitivo, non si può più continuare ad aprire e chiudereSi devono fare regole, anche ferree, ma poi si deve avere la certezza che puoi continuare a lavorare, una volta che riapri - prosegue -. E anche permettere di aprire alla sera, con protocolli e numeri di capienza fissi, ma si deve ricominciare". 


[Lo staff del ristorante Monferrato]


Ma un altro elemento chiave, più dei consumi e delle regole, è la chiarezza. "Per riaprire oggi - spiega Gilli - abbiamo avuto la comunicazione ufficiale venerdì alle 20 e con tutte le difficoltà che comporta il weekend per provvedere alle provviste". Ma il passato è stato ancora peggiore: "La situazione più pesante è stata durante le Feste: avevamo tutto pronto e poi è arrivata all'improvviso la chiusura di ogni attività. Adesso siamo stufi di non lavorare, la gente non ne può più. Una sensazione che riguarda noi imprenditori, ma anche i nostri dipendenti: il personale è stato abbandonato a se stesso. C'è chi aspetta ancora la cassa integrazione di novembre e noi abbiamo sopperito, inizialmente, ma non è possibile farlo per sempre. Chi impone di chiudere deve prevedere anche un'adeguata assistenza per chi resta senza lavoro".

Questi mesi, però, hanno anche regalato un'occasione per rafforzare il legame con le persone: "Un po' di delivery l'abbiamo fatto e anche se non basta a far quadrare i bilanci, ma è stato un modo per coltivare il contatto con il cliente, oltre a tenere avviato il motore. Per noi che non eravamo abituati a fare consegne è stato difficile, ma il ringraziamento e la soddisfazione della gente sono stati appaganti".


La gelateria-cremeria: "C'è voglia di normalità nella gente. Speriamo che non sia una parentesi"



[La gelateria Silvano in via Nizza]

A pochi passi dal Lingotto, invece, la voce che arriva è quella di Alessandra Girardello, titolare della gelateria storica Silvano, che affaccia su via Nizza e che con gli anni ha ampliato i suoi servizi aggiungendo anche quelli di cremeria, di bar e di cucina. "Abbiamo lavorato in queste settimane con l'asporto del gelato, ma da oggi è un'altra cosa. Non pensavamo, ma stanno arrivando molte persone. Potrebbero essere anche di più, se gli uffici tornassero a funzionare in maniera normale: ora, con tutto lo smartworking che c'è, i flussi di persone sono ancora limitati. Ma ci sono: oggi sorridiamo, in fondo".

Intanto, intorno a lei, le persone entrano, ordinano e vanno a sedersi ai tavoli. "Hanno voglia di tornare a vivere - aggiunge Girardello - c'è un ritorno di persone, che vogliono incontrare di nuovo i propri cari e riscoprire abitudini che sembravano dimenticate. Speriamo che non sia una parentesi momentanea".

Anche in questo caso, però, la richiesta riguarda le regole, ma anche gli orari: "Bisognerebbe trovare il modo per tornare a fare lavorare la ristorazione anche la sera".



Le associazioni: "L'importante è che non si torni indietro"
L’importante è che non si torni indietro, ma che, anzi, si possano ampliare le possibilità di apertura: a questo fine, abbiamo avviato un confronto con il Cts, che speriamo possa dare buoni frutti a breve termine", commenta Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti - "La nostra idea è che si possa arrivare all’apertura serale fino alle 22 e senza limitazioni per l’asporto, nel rispetto delle più rigorose regole di sicurezza".

Dati alla mano, sia per Ascom Confcommercio che per Confesercenti nella giornata di "ritorno" hanno riaperto circa l’80% dei bar e il 70% dei ristoranti: percentuali (si spera) destinate ad aumentare già nei prossimi giorni.

"Siamo contenti - è il commento di Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom - la grande amarezza è che però rimanga valido lo stop fissato alle 18. La perdita della sera è estremamente rilevante, per le attività di ristorazione. E mangiare la sera è come mangiare a mezzogiorno: non c'è alcuna differenza, negarlo è un controsenso".

Sulla movida, infine, il nervo resta scoperto: "non sono gli imprenditori a dover controllare, ma lo Stato. E dove c'entra lo Stato, così come nei trasporti, sentiamo la mancanza. Facciano controlli e, se necessario, multe".

Massimiliano Sciullo

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