Il Nazionale

Cronaca | 17 gennaio 2021, 16:28

Samarate piange la dottoressa Mosca: «Un esempio per tutti»

Erica, 52 anni, morta all'Alpe Devero con Lorenzo Landenna, era una donna di grande generosità, ricorda il sindaco. Quando mise in fuga il rapinatore. La Protezione civile: «Stavamo realizzando con lei la panchina della speranza».

Samarate piange la dottoressa Mosca: «Un esempio per tutti»

Una donna generosa in ogni piccolo e grande gesto, capace persino di recuperare le mascherine in Svizzera per i suoi concittadini quando non ce n’erano. O di mettere in fuga un rapinatore dalla sua farmacia. Soprattutto, di essere un riferimento per tutti.

Lascia un grande vuoto la dottoressa Erica Mosca, 52 anni, titolare della storica farmacia, morta sabato con Lorenzo Landenna all’Alpe Devero dove sono stati travolti da una valanga. (LEGGI QUI

«Una donna generosa, sempre solare. Durante il primo lockdown aveva regalato tante mascherine… Samarate ne sentirà la mancanza, molto». È commosso il sindaco Enrico Puricelli, alla notizia della scomparsa di Erica.Una donna sempre in prima linea per gli altri, in modo spontaneo, perché faceva parte della sua personalità.

«La scorsa primavera quando c’era l’emergenza mascherine – ricorda ancora il primo cittadino – si era presentata in Comune con un carico di dispositivi di protezione. La sua generosità era notevole, come pure il suo amore per gli animali». Nella farmacia Mosca, tutti potevano entrare con il loro cagnolino e non solo: ogni animale era ben accetto.  L’altra grande passione era la montagna.Poi con #partetuttodanoi si era mobilitata – ancora ricorda il sindaco – per pulire i boschi di Samarate dai rifiuti. Un’opera importante, concreta e al contempo simbolica: perché si voleva sensibilizzare la gente a prendersi cura dell’ambiente e a non deturparlo.

Una donna forte, che lo scorso maggio aveva tenuto testa a un rapinatore con taglierino entrato nella farmacia di via Vittorio Veneto. La dottoressa aveva reagito con un calcio e aveva poi inseguito il bandito.

Tutta Samarate è sotto choc di fronte alla sua scomparsa. Ed è vicina alla famiglia, in particolare a papà Nando, che le aveva trasmesso anche l’amore e la dedizione per il suo lavoro.

Erica spesso aiutava le persone in modo silenzioso, facendo pagare le medicine quando potevano o non prendendo soldi se erano in particolare difficoltà.

«Lei non si è mai fatta prendere dal panico di fronte a niente – racconta Iuri De Tomasi, responsabile  operativo dell’associazione Genieri della Protezione civile di Samarate – Quando mancavano le mascherine per i samaratesi, ci ha mandato in Svizzera a ritirarle. Tutte pagate regolarmente, ma si aveva il timore che a Malpensa potessero non arrivare. Andava a pulire i boschi tutte le settimane. Stava organizzando il corso con il defibrillatore… ora si farà in sua memoria».

La commozione cresce: «Lunedì dovevamo vederci per la fase finale di una panchina che aveva pensato per il parco di Villa Montevecchio. La stavamo realizzando insieme, ma lei aveva avuto quest’idea, di farla come se una pianta fosse cresciuta all’interno. Era la panchina della speranza, la natura che è più forte di tutto. Ecco perché l’avevamo messa a Est». Dove tutto inizia, e dove nulla può morire davvero: tanto meno la generosità di Erica e il grande esempio che lascia.

redazione

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