Multedo è un bellissimo posto dove vivere, per l’affetto dei suoi abitanti, per il forte senso di comunità che ancora vi si può respirare e che tanto lo fa sembrare come un paesino degli anni Cinquanta, come un villaggio dove tutti si conoscono e si aiutano, più che come un quartiere.
Ma Multedo è anche un posto che, purtroppo, annovera tutta una serie di record negativi, a cominciare dai ben noti depositi costieri di materiale chimico a pochissimi metri dalle case e il cui dislocamento è ormai materia di trattative e di promesse da moltissimi anni.
E poi, Multedo ha pure un altro record: la presenza di un torrente che non sfocia in mare. Verrebbe da ridere se non fosse vero, invece è esattamente così: a Multedo c’è un torrente che non sfocia in mare, che ‘muore’ direttamente sulla spiaggia e che, lì per lì, sembra assolutamente innocuo, invece può portare a gravissime conseguenze in caso di forti piogge, come già accaduto in passato.
Il corso d’acqua si chiama Rio Rostan: esattamente come la sua foce, non si vede, in quanto scorre sottoterra, dentro uno scatolato che passa all’altezza di via dei Reggio. È una delle ‘bombe’ ambientali del quartiere, la più probabile causa dei miasmi che ogni tanto si avvertono in zona, perché le acque sono più che contaminate e le pareti dello stesso scatolato ormai non sono più in grado di reggere. E poi, una volta giunti alla foce, nei pressi dello spiaggione di Multedo, c’è un cantiere che è tale da almeno tre anni. Da almeno tre anni completamente abbandonato.
Siamo nella zona vicina al Molo Alfa, ovvero il molo principale che delimita il Porto Petroli: qui erano iniziati i lavori per la messa in sicurezza del Rio Rostan, per eliminare il tappo di sabbia e detriti che si crea al suo estuario, per evitare l’effetto di ristagno ma anche il ritorno all’indietro delle acque, con conseguenti allagamenti. Qui ci sono ancora le transenne, non si è più andati avanti nell’opera prevista e il mare ha fatto la sua parte, andando nuovamente a ricoprire di sabbia e sassi tutta l’area. Il risultato è che il torrente non sfocia correttamente in mare e che tutta la zona è interamente allagata.
Non solo: quando piove un po’ di più, come già potuto sperimentare, siccome l’acqua da qualche parte deve pur uscire, finisce che vien fuori dai tombini di via Pacoret de Saint Bon, allagando i relativi sottopassi, rendendo impossibile il transito dei veicoli, causando notevoli disagi al traffico e alle attività commerciali del posto.
È una situazione delicata insomma, una di quelle che andrebbero risolte al più presto, non già al più tardi. Ma le promesse sono tante, gli impegni altrettanti, le chiacchiere stanno a mille e i fatti stanno a zero.
L’intoppo è rappresentato dal classico conflitto di competenze: chi deve fare cosa? Se ne deve occupare il Comune di Genova o se ne deve occupare l’Autorità di Sistema Portuale? E, ammesso che ne se debba occupare il Comune, occorre comunque il permesso da parte dell’Authority, trattandosi di area demaniale. Pasticcio burocratico, e conseguente pasticcio per tutta la cittadinanza.
Ma dopo tre anni tre, sarebbe pur ora di dire basta e di chiudere una volta per tutte questo cantiere. O no? O forse qualcuno la pensa diversamente? O forse è una situazione che può ancora esser tollerata? A tornare a occuparsene, come già in passato, è il gruppo consiliare di Italia Viva a Palazzo Tursi, con i consiglieri Mauro Avvenente (capogruppo), Maria Josè Bruccoleri e Pietro Salemi.
“Lanciamo l’ennesimo allarme - affermano - sullo stato di degrado e di abbandono in cui da troppo tempo versa la foce del Rio Rostan a Multedo e chiediamo l’immediata messa in sicurezza del litorale. Le mareggiate hanno creato una barra di sabbia a mare che, non consentendo il normale deflusso, ha generato un lago di acqua stagnante e putrescente. La situazione rappresenta ormai un potenziale pericolo per i cittadini che frequentano il litorale, superficie su cui da anni si verifica un rimpallo di responsabilità tra il Comune di Genova e l’Autorità di Sistema Portuale”.
Avvenente aggiunge: “Presenterò un’interrogazione urgente chiedendo di conoscere se, come e quando la Civica Amministrazione ha provveduto con atti formali a chiedere all’Autorità di Sistema Portuale di voler mettere in sicurezza la foce del Rio Rostan e inoltre, qualora non avesse ancora provveduto, a segnalare la forte e persistente criticità, e a farlo con tutta l’urgenza del caso”.
Non è una questione insormontabile, ma è lo specchio di come anche una vertenza semplice può diventare complicatissima. E se diventa complicatissimo stappare la foce di un torrente, figuriamoci spostare i depositi costieri. Si parla, si parla. Ma c’è poco da star tranquilli, insomma. E le orecchie sono assai stanche, anche solo di sentire.
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