Scende in piazza l’esercito dei dipendenti pubblici. Nella giornata in cui da Nord a Sud è stato indetto uno sciopero nazionale per chiedere al Governo di rinnovare la pubblica amministrazione, anche a Torino i lavoratori hanno fatto sentire la loro voce. Un grido, un appello disperato alle istituzioni, affinché possano risolvere il problema più grande: quello del precariato.
“Lo Stato? E’ il maggior datore di lavoro precario del Paese” fa notare Gabriele Gilotto, Funzione Pubblica Cgil Torino. Ma come si rinnova la Pa? “Servono idee, organizzazione e risorse: manca uno stanziamento per riconoscere un contratto di lavoro degno a chi ha lavorato, ai lavoratori della sanità, dei servizi e di chi ha lavorato nelle strade” Il rischio, a livello italiano, è che nei prossimi due anni escano dal mondo del lavoro 500.000 dipendenti.
A livello locale, secondo i dati riportati da Roberto Scassa (Uil Fpl Torino e Piemonte), solo in provincia di Torino i lavoratori coinvolti saranno più di 30.000, considerando tutti i comparti della funzione pubblica. “Tra il 2001 e il 2018, in Piemonte, sono stati persi 18.000 dipendenti della pubblica amministrazione. Solo il Comune di Torino ne ha persi 8.000. Ci sono poi una serie di precari che hanno bisogno di essere stabilizzati o diventa una presa in giro: sono persone che hanno rischiato la vita, penso ai sanitari, e hanno bisogno che vengano riconosciuti i loro diritti, così come devono essere riconosciuti a tutti i lavoratori” spiega il segretario.
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Chi lamenta lo stallo da parte del Governo è Diego Truffa, Cisl Funzione Pubblica: “Sono anni che il Governo sbandiera il rinnovo della Pa e delle assunzioni, è tutto bloccato dal 2010 almeno: si vede in questi momenti di difficoltà del Paese come una pubblica amministrazione non efficiente e veloce metta in crisi tutto il sistema, anche il privato”.
“E’ assurdo che la PA si basi sul precariato, che non si possa trovare un sistema pubblico garante di tutte le esigenze. Siamo le sentinelle del territorio, presidiamo ogni ufficio, Comune o ente. Ci sono grandi difficoltà: siamo in smartworking con i computer personali, è difficile essere efficienti in queste condizioni” conclude il sindacalista.
La richiesta unanime dei lavoratori è quella di assunzioni che compensino i dipendenti pubblici in uscita, una maggiore sicurezza e la lotta al precariato tramite il rinnovo contrattuale. Un rinnovamento completo della pubblica amministrazione.
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