Cuneesi ligi all’obbligo di mascherina nel primo fine settimana di applicazione della norma che da giovedì 8 ottobre impone l’utilizzo del dispositivi di protezione individuale anche all’aperto.
Il dato è quello che arriva dalla Questura di Cuneo, da dove si conferma l’atteggiamento generalmente responsabile col quale in Granda è stata accolta la disposizione contenuta nell’ultimo Dpcm del Governo Conte, in attesa che nuove e ancora più stringenti limitazioni vengano adottate in un nuovo decreto annunciato per le prossime ore.
Un’attenzione registrata ovunque e anche tra le migliaia di persone che tra sabato e domenica sono arrivati in provincia richiamati dalla "Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba", un temuto banco di prova alla luce del rischio che la manifestazione potesse portare nella capitale delle Langhe un’affluenza incontrollata di visitatori.
Una prova che per il questore di Cuneo Emanuele Ricifari può dirsi superata: "In generale abbiamo avuto la conferma che si è fatto bene a individuare un piano di sicurezza dedicato espressamente alla Fiera e posso anticipare che nei prossimi fine settimana l’applicazione di queste misure sarà ancora più restrittiva".
Un esordio che era atteso con comprensibile preoccupazione, visto che quella albese è una manifestazione che nelle sue ultime edizioni era stata capace di attirare nella capitale delle Langhe qualcosa come 50mila persone in una sola giornata.
Decisamente troppe, dato il momento e vista anche una situazione dei contagi che, negli ultimi giorni, ha ripreso a destare apprensione in tutto il Paese.
Da qui la scelta di stringere le maglie del piano di sicurezza che Comune e forze dell’ordine andavano concertando da settimane. E di farlo a partire da misure alcune delle quali hanno fatto anche discutere.
Una di queste è stata il riposizionamento in altre zone cittadine della sessantina di ambulanti del mercato del sabato di via Maestra e piazza Duomo. Operatori che solo a metà settembre erano potuti rientrare nelle loro tradizionali postazioni dopo mesi di trasloco forzato causa lockdown.
Ancora più stringente, se vogliamo, la scelta di prevedere ingressi contingentati alle vie del centro tramite l’allestimento di 13 varchi presidiati da volontari, col compito di consentire l’accesso al centro solamente a un massimo di 6.650 persone per volta: 3.900 nella stessa via Vittorio Emanuele e in piazza Duomo, altre 2.750 nella seconda fascia disegnata nella zona tra piazza San Giovanni, via Pertinace e piazza Garibaldi.
Un meccanismo che secondo il responsabile provinciale della Polizia di Stato ha complessivamente funzionato bene, anche se qualcosa andrà comunque ancora perfezionato.
Il riferimento non è tanto ai momenti di confusione seguiti dalla protesta che sabato mattina è stata inscenata dagli ambulanti ("Una sparuta minoranza, per la precisione sette operatori, con alla testa qualche irresponsabile", taglia corto Ricifari), quanto piuttosto agli atteggiamenti di molti visitatori, poco attenti all’esigenza del distanziamento interpersonale alla base degli stessi provvedimenti.
"Nel complesso è andato tutto bene – spiega infatti il questore –. Anzi, debbo dire che una manifestazione di questa portata così gestita rappresenta probabilmente un caso unico in tutta Italia. Ma certamente ci sono alcune cose che vanno ancora messe a punto. E questo soprattutto perché il pubblico è spesso poco educato. Non è successo nulla di straordinario, intendiamoci, ma certo registriamo una tendenza delle persone a non rispettare le indicazioni sul distanziamento, accalcandosi magari per vedere una vetrina, per fare un semplicissimo esempio, mentre in questo momento questa è una cosa che non possiamo fare. Ovviamente non è colpa degli esercenti o degli operatori della Fiera, ma di una certa generale irresponsabilità in capo a parte del pubblico".
In vista c’è quindi una stretta non tanto rispetto alle misure adottate, che rimarranno le stesse (il tavolo tra Comune e forze dell’ordine si aggiornerà mercoledì, secondo il calendario già previsto per le prime tre settimane della rassegna), quanto dell’applicazione delle sanzioni che l’attuale normativa collega ai precetti volti a evitare il diffondersi dell’infezione.
"Diamo che se nel primo weekend della Fiera abbiamo avuto un atteggiamento di sollecitazione all’attenzione – conclude Ricifari –, e atteso che purtroppo una parte dei suoi frequentatori non rispetta queste indicazioni, d’ora in poi si procederà alle sanzioni previste dalla legge, con multe che vanno da 400 a mille euro. Sono convinto che comminate un paio di queste avremo un maggiore e immediato adeguamento a quelle indicazioni cui tutti siamo chiamati ad attenerci in questo particolare momento".
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