Il Nazionale

Cronaca | 11 ottobre 2020, 17:15

Il professor Fino accosta il nome di Zangrillo a Norimberga e scatta la querela

Un post del docente di Diritto romano a Pollenzo, poi rimosso, chiama in causa, il primario del San Raffaele di Milano e altri medici scienziati a proposito della comunicazione sull’epidemia da Coronavirus e il “caso” diventa nazionale

Il professor Fino accosta il nome di Zangrillo a Norimberga e scatta la querela

Nel diritto la forma è anche sostanza.

Un  post del professor Michele Antonio Fino, associato di Diritto romano e Diritti dell’antichità all’Università di Scienze enogastronomiche di Pollenzo, sul suo profilo social, dai toni un po’ sopra le righe, sta diventando un caso nazionale.

“Difficile non associare gente come Tarro, Gismondo, Zangrillo e Bassetti a un luogo. Tipo Norimberga”.

Così ha scritto su FB il docente universitario, accostando i nomi di questi medici scienziati al tribunale davanti al quale – al termine della seconda guerra mondiale - sono stati processati i nazisti per crimini di guerra.

Qualcuno ha fatto notare a Fino, che siede nel Consiglio generale della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e in passato è stato prima assessore comunale a Saluzzo e poi presidente della Fondazione Bertoni, che forse l’accostamento è stato improvvido.

Ne è scaturito un vivace dibattito via Facebook.

“Oltre a suggerire il luogo del processo – scrive il quotidiano Open.online –, Fino criticava il modo in cui gli esperti da lui citati hanno affrontato in questi mesi la pandemia da Coronavirus dal punto di vista comunicativo... Il docente si è anche fermato a spiegare la logica delle sue parole, affermando che Bassetti avrebbe all’attivo un “lunghissimo score di negazionismi e minimizzazioni”.

Com’era facile prevedere, le affermazioni non sono passate inosservate ed uno dei protagonisti,  il professor Alberto Zangrillo, primario al San Raffaele di Milano e medico personale di Silvio Berlusconi ha annunciato di voler adire la vie legali per tutelare la sua onorabilità e la sua professionalità.

Fino aveva subito rimosso il post profondendosi in scuse, ma la notizia – come succede coi social - si era diffusa rapidamente e qualche “amico” di Facebook del professore di Pollenzo si era premurato di portarla a conoscenza degli interessati.

“E’ triste constatare – ha commentato il professor Zangrillo all’agenzia AdnKronos - che un professore universitario baratti la ricerca di notorietà con una querela certa”.

Gpt

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