Il Nazionale

Cronaca | 05 ottobre 2020, 18:38

Lotta riders, i sindacati contestano il nuovo contratto: “Le condizioni sono peggiorate”

Protesta di Cgil, Cisl e Uil: “I fattorini continueranno a essere assunti con collaborazioni occasionali e partite iva, gli è stato negato l’accesso ai diritti del lavoro subordinato”

Lotta riders, i sindacati contestano il nuovo contratto: “Le condizioni sono peggiorate”

La lotta rider torna a scuotere gli animi a Torino. A tre settimane dal contratto nazionale siglato da Assodelivery e Ugl, i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno contestato con forza l’accordo stipulato di fronte a uno dei luoghi simbolo della Torino che guarda al delivery: il McDonald di piazza Statuto, da cui ogni giorno partono centinaia di fattorini.

Per i sindacati il contratto siglato è un accordo di dubbia legittimità, che invece di migliorare le condizioni dei riders italiani le peggiora. Per Cgil, Cisl e Uil, infatti, il patto è stato ratificato da “un sindacato di comodo, a vantaggio delle aziende ed escludendo il sindacato confederale che stava svolgendo una trattativa presso il Ministero del Lavoro”.

Tra i punti contestati la reintroduzione del pagamento a cottimo: “I 10 euro all’ora sono riferiti a un’ora impiegata tutta nel fare consegne, pertanto non è detto che per un’ora si guadagnino 10 euro”. Ai riders, inoltre, sarebbe stato negato l’accesso ai diritti del lavoro subordinato, in quanto qualificati come lavoratori autonomi e assunti con collaborazioni occasionali e partite iva. Contestata anche la maggiorazione: quella prevista per legge tra l’1 e le 7, secondo i sindacati, non porterebbe ad alcun aumento viste le poche consegne effettuate in quella fascia oraria.

Le richieste di Cgil, Cisl e Uil? In primis l’applicazione delle tutele previste dalla contrattazione collettiva nazionale della logistica e trasporto merci del 2018, un orario minimo garantito settimanale e la contrattazione dell’organizzazione del lavoro. Indispensabile poi l’inquadramento come lavoratori subordinati e la rappresentanza sindacale.

Noi ci battiamo perché i riders non siano più lavoratori invisibili e sfruttati, ci battiamo contro il caporalato e il lavoro irregolare” attaccano i sindacati.

Chi critica fortemente l'accordo è anche Michele Schifone (Usb) per il quale il salario minimo rappresenta una vera e propria lezione dei rider: "Il contratto separato dei rider firmato a settembre dalle grandi piattaforme internazionali e dall’UGL ci fornisce qualche spunto di riflessione. Qui infatti a firmare un accordo che fa dei rider dei lavoratori ‘autonomi’ pagati a cottimo è stata l’UGL, una delle grandi confederazioni, firmataria con CGIL CISL e UIL dei principali contratti nazionali". 

"Il salario minimo resta chiuso nei cassetti e ogni mese che passa salta fuori una versione più edulcorata delle proposte iniziali. Ora che in questa crisi sociale i principali sindacati italiani, invece di sollecitarne l’approvazione, facciano resistenza dicendo che la strada per aumentare i salari è la contrattazione dopo aver firmato contratti a tempo pieno per 800 euro al mese dovrebbe spingere tanti loro iscritti a farsi delle domande" prosegue Schifone. 

"Nel caso dei rider basterebbe inserire la clausola secondo cui il 'salario minimo si applica a ogni lavoratore la cui prestazione ha un orario iniziale e uno finale’ per scoraggiare il ritorno a una pratica ottocentesca come il cottimo. Il sindacato è nato battendosi per mettere un tetto massimo alle ore di lavoro giornaliere, un tetto minimo ai salari e contro il cottimo. Se un secolo dopo ci ritroviamo di nuovo a parlarne vuol dire che la contrattazione da sola non ha funzionato così bene" conclude il sindacalista dell'Usb

Andrea Parisotto

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