È stata una mattina di trattative intense e sulla carta era l’ultima chiamata, perché oggi le società pinerolesi di curling avrebbero dovuto iscriversi al campionato, ma manca un aspetto fondamentale: il campo.
Lo Sporting club Pinerolo e la nuova società Pinerolo curling non hanno trovato l’intesa sul canone di affitto dell’impianto di viale Grande Torino.
Stamattina c’è stato un incontro breve, quanto teso, poi uno scambio di mail. Da un lato lo Sporting, gestore del Palacurling, chiede 800 euro l’anno a rink (2 ore di pista la settimana) per 21 rink totali, a fronte di un prezzo di mercato di 1.100-1.200, mentre il Pinerolo curling ne propone tra 500 e 600. Per sbloccare la trattativa, Giuseppe Dezzani, che l’ha seguita per conto della nuova società, ha proposto di farsi carico come sponsor di 200 euro a rink.
Quel che non convince lo Sporting, però, è la formula: «Ci sembra più corretto formulare un accordo da 800 euro a rink e che lo sponsor dia il suo contributo alla società di curling, che vuole sponsorizzare, non alla nostra» precisa il presidente Laura Muzzarelli.
Ora la nuova società ha chiesto alla Federazione una proroga per non perdere la possibilità di fare i campionati e nella speranza di trovare un accordo in extremis. Altrimenti una sessantina di atleti, divisi in più società, rischiano di stare a piedi. E tra questi ci sono giocatori di fama mondiale (Simone Gonin, Veronica Zappone...).
In queste ore sono state annunciate anche proteste contro il Comune, che, dopo una serie di incontri, si è tirato fuori dal ruolo di mediatore, come annunciato dal sindaco Luca Salvai nell’ultimo Consiglio comunale di fine luglio.
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