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Sport | 19 agosto 2020, 07:25

VIDEO. Vito Romaniello: «Io e il Varese siamo tornati alla vita assieme»

Il giornalista dal cuore biancorosso che ha battuto il Covid dopo una lunga battaglia si è presentato al raduno del Varese: «Nessun proclama, tanta umiltà e voglia di costruire, si parte col piede giusto. Su tre allenatori pelati, due qui hanno fatto benissimo: a mister Sassarini dico che non c'è il due senza il tre... Ai tifosi invece consiglio di seguire l'istinto»

VIDEO. Vito Romaniello: «Io e il Varese siamo tornati alla vita assieme»

Il Varese è tornato in serie D ma Vito Romaniello è tornato alla vita. Il momento più bello del raduno biancorosso, per chi crede nel destino degli uomini e nelle vittorie costruite fuori dal campo, è stato l'arrivo al campo di Bardello dell'uomo in più, una parola che è un segno, una presenza non scontata, figlia della lotta e del dolore, del sostegno e della caparbietà. 

«Siete i primi con cui ho parlato quando sono tornato a vivere e mi sono svegliato dal come - ci dice Vito seduto in panchina, con il sorriso più contagioso e grande che ci sia capitato di incontrare negli ultimi anni - per questo ringrazio VareseNoi perché è stato davvero bello riuscire con voi, quando avevo solo un filo di voce, a parlare di Varese e del Varese».

«Spero che l'entusiasmo di oggi sia di buon auspicio per la prossima stagione, a cominciare dall'allenatore che si sente orgoglioso di poter vestire i colori biancorossi - aggiunge Vito - questo significa che ha capito l'importanza di una piazza come questa e che vuole arrivare lontano grazie al Varese. Abbiamo detto che, negli ultimi anni, su tre allenatori pelati due hanno fatto benissimo: non c'è due senza tre».

Romaniello ha visto tutti i giocatori e i dirigenti di tutti i Varese possibili e immaginabili: ecco cosa pensa del nuovo corso biancorosso. «A me piace il fatto che non ci siano stati proclami: tutti quelli che li hanno fatti, hanno poi fatto schiantare la società. Io ricordo la fatidica "quota 40" (salviamoci e poi vediamo) predicata dal nostro amico Claudio Milanese, poi sostenuta da Stefano Capozucca e portata avanti da Sogliano: non a caso faccio questi nomi perché sono quelli che poi hanno fatto vincere il Varese negli ultimi trent'anni. I nostri partono con l'umiltà giusta e mi piace anche quello che hanno detto: se sei un bravo muratore e costruisci bene le fondamenta, ti trovi lassù in un attimo».

Al pubblico del Varese, Vito direbbe di «seguire l'istinto e i globuli biancorossi: la squadra porta avanti i colori della città che, nel mio caso, sono anche quelli della mia vita. Ha bisogno di sostegno e glielo daremo. Intanto, siamo tornati alla vita». E' la cosa che conta di più, e Vito ne è la testimonianza.    

Andrea Confalonieri

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