Il primo giorno dell'era Giampaolo al Toro è iniziato con l'ennesima contestazione al presidente Urbano Cairo.
Alcune decine di tifosi hanno esposto su un muro all'esterno dello stadio Olimpico alcuni striscioni contro il patron, uno dal contenuto inequivocabile: "Cairo vattene". Si è ormai perso il conto dei flash mob organizzati contro la dirigenza granata, tra l'agosto scorso, prima della gara contro il Sassuolo, debutto in campionato, e la fine di questa interminabile stagione. L'ultimo era andato in scena domenica 26 luglio, mentre la squadra stava per scendere in campo a Ferrara contro la Spal, nella gara che poi sancì la certezza artimetica della permanenza in A dei granata, convogliando un centinaio di persone.
Complice la vicinanza con il ferragosto, stavolta i presenti erano molto meno numerosi, mentre l'attenzione era tutta concentrata sulla sala stampa dove, con accesso riservato ai soli giornalisti delle testate cartacee, lo stesso Cairo e il ds Davide Vagnati hanno dato il benvenuto al nuovo allenatore. Che pare aver subito capito l'antifona di quello che lo aspetta: "Il Torino viene da una tradizione diversa rispetto al mio modo di pensare. So che ci saranno delle difficoltà, so che ci sarà da sputare sangue. Il concetto del tempo l’ho sempre ripetuto ogni volta che ho allenato. Dicendo che potrebbe essere il primo alleato ma anche il primo nemico".
Giampaolo ha poi ricordato che "quando il tempo mi è stato concesso, sono riuscito ad aprire cicli importanti. Ne ho parlato con il presidente e il direttore e mi auguro di poter avere un orizzonte temporale tale da poter costruire qualcosa”. Ma quando gli è stato chiesto di mercato e dei nuovi arrivi, ha subito specificato di aver parlato di ruoli e profili. Sarebbe importante avere i giocatori giusti il prima possibile, ma il calciomercato non è facile e siamo in una situazione anomala: lo scorso campionato è terminato da poco più di due settimane e ora si parte con quello nuovo".
"Sicuramente partiamo in seconda fila rispetto ad altri e sappiamo che ci saranno difficoltà. So che mi aspetta un lavoro duro, ma credo anche che il Toro abbia le potenzialità per costruire e per assestarsi a un certo livello nel campionato: perchè ha risorse, storia, potenzialità economiche. La scelta Torino per me è orientata in questo senso: poter creare basi per diventare nel medio-lungo periodo una realtà importante del campionato. Questo il Torino può permettermelo”. Poi ha dedicato un pensiero all'amico Sarri, con cui sognava di poter disputare il derby ("solitamente ci si ritrova ogni estate per le vacanze, ma quest’anno non c’è stato modo. Non l’ho disturbato, posso capire quanta delusione provi"), ha fatto i complimenti a capitan Belotti, l'uomo da cui ripartirà il nuovo corso granata, ammettendo che gli piacerebbe poter tornare a lavorare con Linetty e Schick, che aveva guidato ai tempi della Samp: "la mancanza di tempo mi porta ad orientarmi verso i giocatori che ho avuto, ma la possibilità di arrivarci è un discorso diverso".
Il direttore sportivo Vagnati, invece, ha annunciato che non si farà più l'annunciato ritiro a Biella: "Abbiamo deciso di rimanere a Torino. Abbiamo un bel centro sportivo al Filadelfia, rimarremo a Torino e anche lo staff tecnico è d’accordo. Voglio comunque ringraziare la giunta di Biella che si è messa a disposizione".
"Parlando con lo staff tecnico e valutando tante cose, tra i protocolli e la struttura di Biella che ha avuto qualcosa nel manto erboso che non andava nonostante il grande impegno profuso da parte loro. Facendo una somma di un po’ di cose abbiamo deciso di rimanere qui”.
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