La manifestazione nazionale “Priorità alla scuola”, andata in scena oggi pomeriggio anche a Torino, ha fatto uscire allo scoperto il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, sceso personalmente in piazza per esprimere vicinanza alle rivendicazioni di insegnanti, famiglie, studenti e sindacati sulla riapertura delle scuole pubbliche a settembre.
Il governatore, comunque contestato da una parte dei manifestanti per i tagli fatti dal centro-destra negli ultimi decenni, ha bocciato senza mezzi termini le linee guida nazionali del Miur: “Come presidenti di regione - ha sottolineato – abbiamo preso una posizione netta: l'attenzione per la scuola è scarsa e, oltre alle aule scolastiche, bisognerebbe pensare al personale attraverso un investimento nel settore. La ministra Azzolina è bocciata, la battaglia è comune e non dobbiamo dividerci per motivi di schieramento politico.” Cirio ha poi espresso la necessità di trattare il tema a livello locale: “Le linee guida regionali – ha proseguito – sarebbero migliori di quelle nazionali perché viviamo molto più direttamente e da vicino le esigenze della vita di tutti i giorni.”
E il fronte comune, vista l'alta partecipazione, sembra essersi davvero creato, unendo le istanze di tutte le componenti della vita scolastica. Tra queste quella degli insegnanti: “Passando la palla direttamente agli istituti - ha dichiarato la segretaria provinciale di CUB Scuola Giulia Bertelli – il ministero dimostra incapacità manifesta: senza investimenti sugli organici e senza adeguamenti delle strutture difficilmente si potrà riaprire.” “Chiediamo - hanno aggiunto Alina Rosini e Domenico Mungo del Coordinamento Nazionale Precari – la nostra stabilizzazione, punto fondamentale per la modernizzazione della scuola pubblica italiana, non siamo mestieranti ma professionisti.”
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La protesta non poteva che passare anche attraverso genitori e studenti: “Siamo - ha incalzato Francesca Fiore del collettivo Mamme di Merda – probabilmente l'unico paese in Europa a non aver tentato di riaprire le scuole, oltre che tra gli ultimi in fatto di investimenti. Abbiamo bisogno della scuola a settembre, la didattica a distanza non ha fatto altro che scaricare l'istruzione sulle spalle dei genitori.” “Non vogliamo - ha concluso il presidente della Consulta Provinciale degli Studenti Pietro Mazzucco – una scuola di classe, studenti e lavoratori non pagheranno questa crisi.”
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