Il Nazionale

Cronaca | 25 giugno 2020, 10:39

IL DRAMMA DI ALBIZZATE. «E' venuto giù tutto all'improvviso: chiamavamo "signora, signora" ma nessuno rispondeva»

Il sindaco Mirko Zorzo, leggermente ferito nel crollo, ha assistito alla scena: «Ero a pochi metri da lei e dai suoi bimbi e non ho fatto in tempo a dirle buonasera che è crollato tutto. Mi sento miracolato». Il pensiero a chi resta: «Vedere morire così dei concittadini segna per tutta la vita»

IL DRAMMA DI ALBIZZATE. «E' venuto giù tutto all'improvviso: chiamavamo "signora, signora" ma nessuno rispondeva»

Un alito di vento agita delicatamente il nastro che delimita l'area del crollo e un mazzo di fiori portato per ricordare la mamma e i due bimbi morti sotto il peso del cemento venuto giù in un istante (leggi QUI). Il giorno dopo, ad Albizzate, è quello del dolore. E delle domande.

Se le fanno i cittadini che ancora questa mattina hanno raggiunto, increduli, via Marconi. Se le fa il sindaco, Mirko Zorzo: «Come è possibile morire così, uscendo di casa per fare la spesa e non tornare più?». Domande cui daranno risposte gli inquirenti, che stanno indagando per capire le ragioni di un crollo di una settantina di metri di cornicione in cemento e mattoni che ha trasformato la via in un cumulo di macerie e di dolore.

Zorzo è scosso. Non si dà pace. Per quello che è successo. E per quello che ha visto. Lui era lì, al momento del crollo. Lavora a pochi metri e ha incrociato la donna con i bambini un istante prima che tutto venisse giù. Come una bomba. «Non ho fatto in tempo a dirle buonasera che è caduto tutto. Ero sul marciapiede a pochi metri da lei - racconta Zorzo - mi veniva incontro. Ho fatto un mezza torsione verso il muro per farli passare. Poi all'improvviso mi sono trovato dentro una nuvola di polvere rossa».

«Mi sento miracolato - continua Zorzo - perché ripensandoci mi rendo conto che il movimento che ho fatto di schiacciarmi contro il muro ha evitato che venissi colpito in pieno». Alcuni frammenti lo hanno raggiunto al braccio, ancora dolorante. Ma il dolore più forte se lo porta dentro. «Vedere delle persone, dei miei concittadini morire così è qualcosa che ti segna per il resto della vita». «Ho dei fotogrammi di quello che successo - dice scuotendo la testa, senza darsi pace - Noi chiamavamo tra le macerie "Signora, signora" ma nessuno rispondeva. Sono arrivati i soccorsi e abbiamo capito che per loro non c'era più nulla da fare».

Una famiglia distrutta, spezzata in un instante. «Al padre e al figlio superstite vanno il pensiero e la vicinanza miei e di tutta la comunità di Albizzate. Per un sindaco quello che è successo è una coltellata. Ho detto al padre che faremo sentire loro in tutti i modi la nostra vicinanza e laddove dovessero sorgere delle esigenze il Comune non starà a guardare». «Era una famiglia perbene. Una famiglia che in un pomeriggio post lockdown faceva una cosa normalissima: una passeggiata. E' una cicatrice che rimarrà indelebile».

 

Bruno Melazzini

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