Il Nazionale

Cronaca | 23 giugno 2020, 17:54

In Val Pellice tra “misteriosi” pulitori e “sabotatori” di sentieri

Nei giorni scorsi sorprese di genere opposto per associazioni e privati che si occupano della pulizia di alcuni percorsi nell’inverso di Torre Pellice

In Val Pellice tra “misteriosi” pulitori e “sabotatori” di sentieri

Non tutti gli abitanti delle Val Pellice sembrano felici che privati e associazioni si stiano facendo carico della pulizia dei sentieri. Nelle scorse settimane vicende di significato opposto sono successe nell’inverso di Torre Pellice: c’è infatti chi ha preso a cuore l’iniziativa di Legambiente, contribuendo autonomamente alla pulizia del percorso che va da Jallà a Villar Pellice – e che l’associazione aveva risistemato lo scorso anno –, chi invece ha risporcato il sentiero che permette di raggiungere Pian Prà, dopo che era stato messo a punto da alcune guide cicloturistiche.

Bella sorpresa per Legambiente Val Pellice che la scorsa settimana aveva in programma la pulizia del percorso aperto lo scorso anno e che da località Jallà porta fino a Villar Pellice: «Volevamo effettuare i tagli per liberare gli alberi caduti però qualcuno ci aveva preceduto. Allora ci siamo dedicati ad allargare i passaggi, tagliando i rovi che erano cresciuti» racconta Fabrizio Piccato, organizzatore del campo di volontariato per la pulizia a seguito dei danni causati delle piogge primaverili. Si tratta di un percorso che ha regalato soddisfazioni all’associazione: «Ci siamo resi conto che è stato molto utilizzato: vediamo segni di passaggio anche di biciclette. D’altronde collega luoghi interessanti: i castagneti di Jallà con i suoi misteriosi “nuraghe”, il tumpi di San Cristoforo, il lungo torrente e il bunker di Villar Pellice».

Delusione e paura, invece, hanno provato invece Stefano Benech, suo padre Davide e il suo collega, guida cicloturistica, Carlo Argirò. I tre, appena l’allentamento delle misure di contenimento del contagio l’hanno permesso, si sono occupati di risistemare un sentiero che sale dall’inverso di Torre Pellice fino a Pian Prà, tagliando in più punti la strada già esistente. «Avevamo rastrellato, ripulito il tracciato dalla vegetazione e dalle pietre e posizionato degli “ometti” utili a non perdere il sentiero – racconta Benech -. La nostra intenzione era riscoprire un percorso che sapevamo fosse esistito, ma di cui si erano perse le tracce». Nei giorni successivi, ripercorrendolo, si sono accorti che qualcuno aveva posizionato rami e pietre per ostacolare il passaggio e distrutto gli “ometti”: «Non ce l’aspettavamo anche perché alcune persone, invece, ci avevano fatto i complimenti per l’iniziativa. Abbiamo il dubbio che si possa trattare di qualcuno contrario al passaggio delle moto, ma abbiamo anche paura che si passi a metodi più pericolosi ancora come il posizionamento di cavi o fil di ferro. Per questo ora percorriamo il sentiero sempre con molta circospezione».

Nonostante i timori, i tre hanno già un nuovo obiettivo: «Vogliamo ripulire il sentiero che dai ripetitori di Rocca Bera porta a Colletto Rabbi e da lì alla strada che collega il Blancio a Luserna Alta». Anche Legambiente, forte del successo del sentiero aperto lo scorso anno, ha già in cantiere un’iniziativa analoga: «Ad agosto ripuliremo un percorso poco più sopra che permetterà di realizzare un anello» annuncia Piccato.

Elisa Rollino

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