Fuoco amico sull’Asti/Cuneo: neanche il tempo di dare notizia di quanto emerso ieri durante il Consiglio comunale di Alba, con l’interrogazione del consigliere Alberto Gatto sul tema “terzo ponte” – legata a doppio filo alla realizzazione dei tratti mancanti della A33 – e la risposta del sindaco albese Carlo Bo, che un nuovo tassello si aggiunge alla vicenda relativa a un’opera lungamente attesa da tutto il territorio.
Ma andiamo con ordine, partendo dalla massima assemblea cittadina albese, in cui ieri – giovedì 11 giugno – l’ex assessore albese ai Lavori pubblici, oggi all’opposizione, ha chiesto conto al primo cittadino dei lavori per il terzo ponte (che rientra tra le opere complementari dell’autostrada Asti Cuneo), partendo dalla lettera “resa pubblica in data 8 maggio in cui si annunciava la ripartenza dell’iter e il recupero dei fondi”, aggiungendo che “il sindaco aveva parlato di imminente incontro con la Provincia che è titolare dei Fondi Crosetto”, indicando la fine di quest’anno come termine per dare avvio alla progettazione.
Dall’incontro, avvenuto il 25 maggio, arriva la notizia che entro la metà di luglio dovrebbe arrivare la firma della convenzione con la Provincia, passaggio fondamentale secondo il sindaco Bo. “Serve questo titolo giuridico per poter avviare, da una parte, il bando relativo all’appalto per la progettazione dell’opera e, in second’ordine, per riuscire a coinvolgere le aziende del nostro territorio”.
“Riguardo alle opere complementari – ha aggiunto quindi il primo cittadino albese – la delibera del CIPE non è ancora stata pubblicata. Quando questo passaggio sarà stato compiuto, ci sarà poi una conferenza dei servizi. Sul fatto che ci siano queste opere complementari, finché non lo vedo per iscritto ci credo poco, anche se mi dicono che dovrebbero esserci. Ad ogni modo, l’ultima settimana di giugno abbiamo in programma un incontro con il presidente e l’amministratore delegato dell’autostrada AT/CN per parlare delle opere complementari alla AT/CN, di cui il terzo ponte fa parte”.
La replica di Gatto punta sulla viabilità di accesso al terzo ponte, con la realizzazione della cosiddetta “corda molle” verso il quartiere della Moretta, ricordando inoltre che “rimangono sul tavolo i problemi della Provincia, per questioni di competenza e di cassa per fare gli anticipi per poter pagare gli avanzamenti dei lavori”.
Al di là di quanto emerso in Consiglio comunale, la notizia di giornata è però l’esposto presentato lo scorso 20 maggio dal senatore Lucio Malan, compagno di partito del presidente della Regione Alberto Cirio. Questa la sostanza, secondo il senatore forzista: “Il nuovo piano finanziario è un regalo vergognoso al concessionario, perché viola la concorrenza nella futura gara, anticipa il capitale alla società concessionaria. In caso di proroga la concessionaria avrebbe incassato progressivamente negli anni e invece con il valore di subentro riceve tutto il denaro in una botta sola e non corre alcun rischio d'impresa. Tutti tifiamo per la conclusione di quest'opera, ma il piano approvato dal governo giallo- rosso è troppo vantaggioso per la società: è nella sostanza identico a quello del ministro Toninelli, senza avere il via libera dell'Europa".
Tuttavia, Malan stesso in una seconda nota smentisce l’esistenza di diatribe interne a Forza Italia e allontana da sé le accuse di chi vorrebbe “l’incompiuta” AT/CN, da molti ribattezzata la “Salerno-Reggio Calabria del Nord” ferma a seguito di questo esposto. “Io condivido in pieno la posizione del presidente Cirio e della giunta che chiedono, al ministro De Micheli come già al ministro Toninelli, di trovare una soluzione per quest’opera così utile al territorio”.
“Fino a quando la Corte dei Conti non rilevi gravi irregolarità nella decisione del CIPE, non c’è alcun rallentamento di sorta. Se le scavatrici non sono già al lavoro nei campi dove la strada si è arenata da troppi anni, bisogna rivolgersi altrove. Se invece la Corte dei Conti dovesse intervenire, vorrebbe dire che i miei rilievi sono corretti. E cioè che i cittadini piemontesi si troveranno a pagare tra i 400 e gli 800 milioni in più di quanto, applicando le norme, si dovrebbe. Tanto per fare un esempio, il percorso Torino-Milano-Torino in auto oggi costa 38,75€. Senza la decisione del CIPE si scenderebbe gradualmente fino a 32,30 circa nel 2026, quando si potrebbe scendere ulteriormente con una gara vera, aperta a diversi operatori. Con la decisione del CIPE si sale invece per arrivare alla stessa data a 43,20€, e si renderebbe impossibile una vera gara in seguito perché l’eventuale concorrente partirebbe con un handicap di 1,2 miliardi, da versare non appena dovesse vincere. Nessuno si presenterebbe e l’attuale concessionario potrebbe imporre qualunque condizione. Ottimo per lui, non così per chi deve pagare. Stessa storia per i pedaggi dell’Asti-Cuneo”.
Chiude infine Malan: “È dal 1990 che ‘per fare in fretta’ si fanno costosissimi pasticci. E l’autostrada ancora non c’è. Chi non l’ha realizzata, il gruppo Gavio, si è aggiudicato in cambio quindici anni di Torino-Piacenza, con i suoi 200 milioni di incasso all’anno di cui 128 di margine operativo. Il gruppo sa difendere molto efficacemente i propri interessi, di cui deve rendere conto agli azionisti. Al governo, al ministro De Micheli, che deve rendere conto agli elettori, ho da mesi chiesto di tutelare gli interessi dei cittadini e come pensa possa passare un piano che prevede un valore di subentro triplo rispetto al massimo consentito dalla Commissione Europea per tutelare la concorrenza. Non ho ricevuto risposta. Di qui l’esposto. Se le scavatrici sono pronte possono partire. Ma scavino nella terra, non nelle tasche dei piemontesi”.
La telenovela continua.
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