Il Nazionale

Cronaca | 11 giugno 2020, 14:34

Maxi sequestro di mascherine. Guardia di Finanza e Prefettura le mettono a disposizione del territorio

Erano state sequestrate dalle Fiamme Gialle di Busto Arsizio durante il lockdown. Ora le 285.000 mascherine chirurgiche andranno a ospedali, forze dell'ordine, protezione civile, scuole e comuni per prevenire il Coronavirus. Un "gioco di squadra" a sostegno della salute

Maxi sequestro di mascherine. Guardia di Finanza e Prefettura le mettono a disposizione del territorio

Erano state sequestrate dalla Guardia di Finanza di Busto Arsizio durante le settimane del lockdown, perché recavano una impropria marcatura "CE" ed erano prive di ogni documentazione idonea a certificare correttamente il prodotto come dispositivo medico. Ora le 285.000 mascherine chirurgiche sono state dissequestrate e saranno distribuite sul territorio per fornire una valida protezione contro il Covid-19.

Le mascherine, infatti, in seguito ai controlli eseguiti dal Politecnico di Milano, pur non essendo certificate, sono perfettamente efficaci. Verranno quindi distribuite agli operatori delle forze dell'ordine, ai vigili del fuoco, al personale degli ospedali varesini, alla protezione civile, al mondo della scuola, ai comuni e ad altre istituzioni che operano sul territorio. Il progetto, denominato "Gioco di Squadra", dà quindi una mano concreta alla prevenzione sanitaria nella nostra provincia.

Il sequestro era avvenuto a tra fine aprile e inizio maggio ed era stato eseguito dalle Fiamme Gialle di Busto Arsizio: i dispositivi erano pronti per essere vendute da un’azienda di Samarate. Il rappresentante legale dell’azienda era stato denunciato per frode in commercio e i prodotti sequestrati collocati a disposizione dell’autorità giudiziaria in attesa degli esiti delle indagini. A causa della considerevole domanda le mascherine chirurgiche rientravano ancora tra i beni più difficili da reperire sul mercato, le Fiamme Gialle bustocche, grazie alla Procura della Repubblica di Busto Arsizio che ha concesso il nulla osta al dissequestro dei beni ai fini della requisizione, hanno avviato la procedura introdotta dal decreto “Cura Italia” per far fronte all’emergenza sanitaria.

Grazie alla collaborazione del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali del Politecnico di Milano, che ha analizzato un campione delle mascherine, e di Federfarma Lombardia, che ha ricostruito il prezzo al 31 dicembre, il Commissario Straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto all’emergenza epidemiologica Covid-19, ha chiesto al Prefetto di Varese Dario Caputo l’adozione del provvedimento di requisizione, con mandato al comandante generale della Guardia di Finanza. Il Prefetto di Varese ha così firmato il provvedimento di requisizione in proprietà delle 285.000 mascherine chirurgiche, demandandone l’esecuzione alle Fiamme Gialle. 

Questa mattina l'iniziativa è stata presentata in Prefettura alla presenza del prefetto Dario Caputo, del comandante provinciale della Guardia di Finanza Marco Lainati, del questore Giovanni Pepè e del comandante provinciale dei carabinieri Claudio Cappello. «Questo materiale sarà distribuito al settore pubblico» ha detto il prefetto Caputo, ribadendo l'importanza della sinergia messa in campo. «Queste mascherine non potevano essere commercializzate in Italia - ha aggiunto il comandante Lainati - ma qualitativamente possono essere utilizzate perfettamente. Da oggi saranno distribuite sul territorio».

I beni sono stati consegnati dai finanzieri alla Prefettura e saranno destinati a numerosi enti operanti sul territorio tra cui la Protezione Civile e i Comuni della provincia, l’ATS Insubria, gli Ospedali delle ASST dei Sette Laghi e della Valle Olona, le Autorità Giudiziarie, le Forze di Polizia, l’Ufficio Scolastico Territoriale di Varese e la Croce Rossa varesina. «L’iniziativa rappresenta l’ulteriore conferma di come un’azione corale tra enti, pubblici o privati che siano, consenta sempre di agire al meglio e con tempestività nell’interesse dell’intera collettività» ha sottolineato la Guardia di Finanza.

 

Redazione

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