Migliaia di serrande alzate e luci accese nei bar, ristoranti, negozi e pizzerie a Torino. E’ questa la protesta messa in atto a partire dalle 21 nel capoluogo piemontese, così come nel resto d’Italia, aderendo all’iniziativa lanciata via social sotto le insegne di "Ho.Re.Ca Unita", gruppo che punta ad accendere un faro sulle difficoltà del settore ristorazione seriamente minacciato economicamente dal Coronavirus.
Dopo quasi due musi di chiusura, i commercianti hanno riaperto per pochi minuti questa sera i loro locali, nell’orario in cui le cucine sono abitualmente operative. “Invece di abbassare le serrande, come avviene di solito nelle proteste dei commercianti, - spiegano a livello nazionale - noi le abbiamo alzate per invitare il Governo a prendere subito in considerazione misure a sostegno di uno dei comparti della nostra economia tra i più strategici, onde evitare che tanti di noi non avranno più la possibilità di ripartire di nuovo perché falliti".
A Torino sono oltre un migliaio quelli che hanno aderito alla manifestazione. Centinaia di ristoratori che chiedono anche al Presidente Alberto Cirio di consentire il take away dal 4 maggio, così come avverrà a livello nazionale. “Noi pensiamo possa essere attuato – spiega Fulvio Griffa del coordinamento della associazioni di via del Centro – fin da subito, seguendo le stesse misure di distanziamento adottate per i negozi alimentari”. “La vera questione di fondo – continua – è il dopo: se non c’è un intervento organico sul comparto si rischia un grosso disastro. Facendo banalmente i conti della “serva” - con tre mesi di chiusura – ristoranti, bar e pizzerie hanno perso almeno il 25% del fatturato”. “Non sappiamo però se dopo questa emergenza la gente avrà voglia di spendere”, conclude Griffa.
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