Risorse proprie, senza però la possibilità di fare deficit. E soprattutto i Fondi europei. Sono queste le due basi con cui la Regione Piemonte cerca di fare leva per la ripartenza, l'ormai fantomatica "Fase Due". A livello economico, con circa 800 milioni di risorse, ma senza dimenticare gli aspetti legati alla sanità (cui andranno 55 milioni) e alla sicurezza, così come il turismo e la cultura.
E' un giro d'orizzonte a 360 gradi quello che il governatore Alberto Cirio ha voluto affrontare insieme alla sua giunta a circa due settimane da quella che dovrebbe essere - in arrivo da Roma - una prima riapertura, fissata per il 4 maggio. "Studi acclarati ci dicono che la fine del contagio è fissata per il 21 maggio, dati che vengono confermati dai medici, non dai politici", dice Cirio, che ha voluto fare il suo primo ringraziamento "a chi in questi due mesi si impegna e lavora in prima linea di fronte a questo dramma: un'emergenza che non possiamo ancora considerare finita. Di certo, il Covid ci è costato come una guerra: non è una cifra quantificabile, ma il crollo del Pil può dare un'idea significativa. Accanto al costo economico, poi, c'è il costo sociale".
Da Piano Competitività a "Riparti Piemonte"
"Abbiamo lavorato per rimodulare il Piano competitività della Regione che stavamo programmando prima dell'emergenza - ha detto Cirio - realizzando così il Riparti Piemonte, un disegno di legge che la Giunta approverà la prossima settimana declinandolo sulle esigenze della ripartenza". "L'obiettivo - prosegue - è scaricare a terra i suoi benefici in termini facili e soprattutto immediati, arrivando così nelle tasche degli aventi diritto: non poteri speciali, ma procedure speciali, così da tagliare i tempi rispetto a quello che sta accadendo con l'Inps e la cassa in deroga o con la liquidità e i 25mila euro".
Pur nei vincoli del bilancio, dalle casse della Regione (direttamente o indirettamente) usciranno circa 800 milioni di euro. "Sono i soldi che abbiamo subito pronti, immediatamente rimodulabili, tra fondi regionali, fondi Fesr, risorse statali di cofinanziamenti e le risorse del Fondo sociale europeo ancora non utilizzate". L'intenzione - sottolinea il governatore - è "metterli in campo subito tramite un disegno di legge che dopo l'approvazione della Giunta sottoporremo al Consiglio regionale per poter arrivare al risultato nel giro di pochi giorni. E se una gamba sarà finanziaria, l'altra sarà di sburocratizzazione: urbanistica, edilizia e intervenendo su procedure come il Durc. Rimoduleremo anche alcuni adempimenti che ci richiede lo Stato e sui quali non possiamo agire in maniera del tutto autonoma".
La prossima settimana la Regione incontrerà le parti economiche e sociali "per arrivare a un documento chiaro, sicuro e aperto a esigenze e sensibilità di tutti. Il tutto senza fare nuovo debito, visto che dopo gli anni precedenti questo non ci è più possibile".
Sul fronte sicurezza nei luoghi di lavoro, l'assessore Andrea Tronzano garantisce: "Stiamo andando avanti con i test e le ricerche insieme al Politecnico. Test che dalle fabbriche si allargano a parrucchieri, estetisti e artigiani, coinvolgendo anche quelle categorie che potrebbero soffrire un po' di più al momento della ripartenza".
Per quanto riguarda l'erogazione della cassa integrazione in deroga: "Nessuna Regione è già riuscita ad anticipare l'erogazione, ma abbiamo cercato di fare il possibile con un fondo di garanzia - dice Elena Chiorino, assessore regionale al Lavoro -. Per noi la priorità e la massima attenzione è quella di far accreditare sui conti dei lavoratori gli stipendi il prima possibile". Intanto, con il nuovo provvedimento regionale, la cassa dovrebbe estendersi anche a quelle categorie che al momento sono rimaste fuori dai decreti nazionali.
Una "ricompensa" per il personale sanitario
Non solo gli 800 milioni per l'economia. Sono pronti anche 55 milioni di euro che saranno stanziati la prossima settimana a favore del personale sanitario di tutta la regione. "Un segnale importante - dice Cirio -, anche se non sufficiente a ricambiare ciò che queste persone hanno fatto fino a oggi: abbiamo lavorato a lungo rimodulando i fondi europei e liberando risorse per la Sanità. Di questi 55, solo 18 sono di provenienza nazionale, mentre gli altri sono di origine regionale. Giovedì ci incontreremo con i sindacati per stabilire le modalità attuative, i tempi e le gradualità per riconoscere l'indennizzo".
Test e numeri del contagio
Ma è fuori di dubbio che in questo momento, in Piemonte, chi si trova nel centro del mirino è il mondo della Sanità, tra le critiche che non si sono risparmiate sia all'assessorato che ad alcuni dei componenti dell'Unità di crisi. Con la bomba a orologeria delle residenze per anziani che continuano a contare moltissime vittime.
Lo scudo, in questo caso, è composto da numeri e grafici. "I positivi nelle Rsa sono il 60% negli ultimi giorni, ma comunque in curva discendente. Ma la discesa è ancora più forte, in Piemonte, se si escludono i dati delle Rsa - dice l'assessore alla Sanità, Luigi Icardi -. Anche la curva dei decessi per data è in flessione, mentre è in grande crescita la curva dei tamponi effettuati in Piemonte. Solo ieri ne abbiamo fatti 7300, mentre sta calando il rapporto tra i tamponi fatti e gli esiti positivi: aumentano i test, ma riscontriamo sempre meno pazienti colpiti da Covid". E in rapporto con l'Emilia Romagna, anche se la regione vicina fa più tamponi del Piemonte, "l'andamento del rapporto dei casi positivi è superiore. E sono in forte calo i posti di terapia intensiva occupati".
"Dalla prossima settimana test sierologici a tutto il personale sanitario del Piemonte a finalità epidemiologico - aggiunge Cirio - anche se ancora in maniera circoscritta. Saranno 200mila, in attesa che dallo Stato arrivino certezze anche su evoluzioni future".
Intanto, proprio grazie alle donazioni ricevute dai cittadini (ma anche da Intesa Sanpaolo e Generali), per assistere le aziende nella ripartenza, ci saranno alcuni laboratori che si dedicheranno unicamente ai test: tre in particolare, che saranno pronti tra alcune settimane. Uno a La Loggia, chiuso nel 2015 e di proprietà dell'Arpa. "Qui faremo i test per i tamponi - dice l'assessore Matteo Marnati - mentre poi diventerà il più grande laboratorio virologico a livello europeo". Un secondo a Biella e un terzo a Novara, "anche in questo caso inutilizzato e che invece tornerà a essere in funzione grazie alla collaborazione dell'Università locale". Attualmente da 3 laboratori si è saliti a 21 laboratori "con un potenziale di 8000 tamponi al giorno".
"I macchinari per i nuovi laboratori arrivano dagli Usa e dalla Cina, visto che sul mercato locale non si trovano. Anche un robot unico nel suo genere in grado di fare 2400 tamponi e speriamo quindi a regime di arrivare a 10mila tamponi al giorno".
"Strutture e laboratori che se ora vengono riaperti è perché qualcuno li aveva chiusi", affonda il colpo Cirio. "E se ora saranno preziosi per gestire l'emergenza, in futuro saranno anche messi a disposizione delle aziende che devono gestire il periodo di ripartenza".
E a cercare di silenziare le polemiche e le accuse, il governatore aggiunge: "Quando si è in emergenza non si può anche programmare: ecco perché abbiamo voluto fornire il massimo supporto all'assessore Icardi anche su questi aspetti. Una Fase 2 della Sanità che tornerà a fare il suo lavoro quanto tornerà la normalità".
"Sono grato di avere consulenti così qualificati - ha concluso Icardi - e questa emergenza ci ha confermato quel deficit di territorio che conoscevamo già da prima".
La partita delle mascherine
"Quello delle protezioni personali è un tema su cui altre zone hanno fatto scelte importanti. Noi abbiamo voluto farne una più complessa e ambiziosa: darne una per ogni cittadino, ma mascherine di qualità, in grado di essere riutilizzata nel tempo e prodotte da aziende piemontesi", dice Cirio. E Marco Gabusi, assessore alla Protezione Civile, aggiunge: "Non abbiamo copiato le altre regioni, ma abbiamo cercato di fare in fretta. E in attesa di capire di più cosa diranno i prossimi Dpcm in vista della ripartenza, ci siamo mossi per distribuire due milioni entro il 4 maggio, mentre entro il secondo step dell'11 maggio potremmo averle già consegnate a tutti i Comuni piemontesi".
Cultura: i fondi "risparmiati" saranno destinati a imprese e operatori
Un altro mondo che soffre enormemente lo stop e il lockdown è senza dubbio quello della cultura, degli eventi e delle manifestazioni. E in questo caso la soluzione individuata dalla Regione prevede, come spiega Cirio, che "I fondi risparmiati per le attività e le manifestazioni passino dal progetto al soggetto, a beneficio di tutto un mondo che non vogliamo dimenticare". "Fondi per i soggetti esclusi dai contributi dello stato", aggiunge l'assessore alla Cultura, Vittoria Poggio.
E la prossima settimana è fissata pure la concertazione con le parti per quanto riguarda il Turismo, soprattutto in vista delle riaperture in questo settore. "Ci saranno fondi immediatamente disponibili, che stiamo già calcolando con Finpiemonte - conclude il governatore -. Speriamo possano essere un volano se saranno investiti sul territorio innescando un circolo virtuoso. Così anche i voucher del turismo, che dovranno muoversi all'interno di questi principi".
Commenti