Il Nazionale

Cronaca | 23 aprile 2020, 07:11

A due mesi dall'inizio dell'emergenza intervista al Direttore Generale dell'Asl 1 Imperiese Marco Damonte Prioli (Video)

"I numeri ci consegnano una situazione in miglioramento ma non dobbiamo abbassare la guardia. Pronti a parlare con il Sindaco per il futuro dell'ospedale di Sanremo. Finora donati all'Asl 675mila euro".

A due mesi dall'inizio dell'emergenza intervista al Direttore Generale dell'Asl 1 Imperiese Marco Damonte Prioli (Video)

A due mesi dall’inizio dell’emergenza Coronavirus abbiamo fatto il punto della situazione con il Direttore Generale dell’Asl 1 Imperiese, Marco Damonte Prioli. Viviamo un momento delicato, quello dei primi dati ‘positivi’ della pandemia, nel quale si pensa già alla cosiddetta ‘Fase 2’, senza dimenticare i rischi che si corrono con i contatti ed i possibili contagi.

Damonte Prioli conferma che la situazione è in miglioramento nella nostra provincia: “Tutti gli indicatori che vengono monitorati quotidianamente stanno migliorando ed anche i posti letto occupati in ospedale. Al momento rimane costante il dato della terapia intensiva ma è in miglioramento rispetto ai giorni scorsi. Certo, riapriremo ma dovremo fare attenzione alle distanze sociali ed all’igiene delle mani per consentire che non ci siano conseguenze che, grazie all’isolamento, non hanno contratto il virus. Mi auguro che la riapertura sia utile per tutti ma non dobbiamo ricadere nella stessa situazione”.

Nei giorni scorsi il Sindaco di Sanremo, Alberto Biancheri, ha confermato la volontà di chiedere a breve un incontro con lei e con l’Assessore alla Sanità della nostra regione, Sonia Viale, per capire come verrà gestito nei prossimi mesi (dopo l’emergenzas) l’ospedale ‘Borea’: “Stiamo ragionando sulla riapertura, che dovrebbe portare verso il vecchio assetto degli ospedali, ma bisogna arrivare a quel momento essendo certi che non servano più i posti letto per il Covid-19. Siamo a disposizione per un incontro con il Sindaco di Sanremo ma anche con gli altri amministratori che lo vorranno o con chiunque voglia capire quale sarà il futuro. Fino al 4 maggio abbiamo precise indicazioni di mantenere 130 posti letto Covid oltre ai 16 di terapia intensiva, per cercare di essere tranquilli nelle risposte ai cittadini. Quindi, successivamente potranno essere rimodulati per la situazione che si evolverà”.

Abbiamo assistito in questi due mesi ad una vera e propria ‘gara’ di solidarietà con moltissime donazioni all’Asl 1 per poter gestire l’emergenza. Ci sono ancora criticità sulle forniture di apparecchiature e dispositivi di protezione individuale o la situazione è migliorata? “Per fortuna, sul piano dei respiratori e delle attrezzature siamo messi bene, anche grazie alle donazioni. Abbiamo respiratori e monitor sufficienti, anche se per fortuna non abbiamo mai raggiunto il massimo della capacità. Ci siamo fermati a 27 letti sui 30 a disposizione, anche se eravamo pronti ad andare oltre. Grazie alle donazioni ed alle forniture siamo riusciti a tenere ‘botta’ all’emergenza. Per quanto riguarda i dispositivi di protezione individuale, a fronte di qualche momento critico che però non ne ha mai visto l’assenza, ora con le forniture regionali e di Protezione Civile (oltre alle donazioni), abbiamo una dotazione che ci permette un minimo di autonomia e tranquillità. Sicuramente ha fatto piacere vedere il susseguirsi di aiuti da semplici cittadini e imprese che, in un momento difficile come questo, hanno dimostrato grande vicinanza. E, proprio per questo, colgo l’occasione per ringraziare tutti quelli che ci hanno aiutato, compresi tutti gli operatori sanitari”.

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A livello nazionale si sono vissuti momenti difficili per il contagio degli operatori sanitari e le problematiche di gestione del persone per le relative assenze, senza dimenticare anche i morti tra gli stessi. In questi due mesi quali sono stati i timori su questo argomento nell’Asl 1? “Per adesso stiamo reggendo, anche se è chiaro che si vive un momento difficile oltre al contagio, per lo stress. Per fortuna un piano del ‘Borea’ con 18 posti letto è stato chiuso, dandoci la possibilità di dare un minimo di pausa in più ai nostri dipendenti. Non dobbiamo dimenticare le criticità legata alle case di riposo e, quindi, per fortuna abbiamo potuto contare sul personale dell’esercito e della Protezione Civile. Proprio per questo ringrazio chi ha consentito tutto questo e con le forze in campo contiamo di farcela fino alla fine dell’emergenza”.

Tornando alle donazioni fatte all’Asl 1 è stata già fatta quantificazione delle stesse? “Noi siamo a quasi a 675mila euro di donazioni all’Asl 1 imperiese, una cifra importantissima tralasciando le donazioni in materiale e senza dimenticare chi ha fatto i progetti delle maschere che non sono stati pagati. Abbiamo assistito ad un bellissimo movimento attorno al servizio sanitario locale”.

C’è fiducia per le prossime settimane e l’instaurazione della ‘Fase 2’?: “Gli esperti del settore ci stanno confortando in questo percorso che sta migliorando. E’ un momento di discesa del contagio ma il problema sarà legato al rispetto delle regole per evitare la diffusione del virus. Questo perché, fino a quando non sarà disponibile un vaccino o una terapia di guarigione, il contagio sarà sempre l’elemento più pericoloso per il futuro”.

Marco Damonte Prioli ha poi trattato l’argomento emerso nei giorni scorsi, sul tasso di mortalità in provincia di Imperia del 175%, anomala rispetto al resto della regione che si attestava al 50%: “Quel dato non rispecchia la realtà, anche facendo una analisi sulla fonte dei dati, che erano relativi solo ad alcuni comuni della provincia, tra cui Imperia che è quello che sta pagando il prezzo più caro per la pandemia. In altre province sono stati scelti comuni con meno incidenza di decessi e quindi bisogna verificare meglio i dati che, alcune volte non rispecchiano la realtà. Dal punto di vista dell’incidenza della malattia, la nostra provincia è sicuramente una delle più colpite a livello regionale, ma la situazione non è così drammatica come quella vista nella statistica Istat. Noi abbiamo avuto un paio di focolai consistenti su Imperia e Sanremo mentre Ventimiglia è rimasta fortunatamente esclusa. Altre province liguri hanno avuto meno accessi da Lombardia e Piemonte, senza voler colpevolizzare nessuno ma questo ha inciso più sull’imperiese che altre”.

C’è chi sostiene che, nella nostra provincia, la Pandemia si sia sviluppata anche per la massiccia presenza di addetti ai lavori e turisti arrivati dalle zone più ‘calde’ del virus, durante il Festival. Due esponenti politici sanremesi hanno anche denunciato il Premier. Cosa ne pensa? “Bisognerebbe analizzare la composizione delle residenze di tutti le persone che sono arrivate per il Festival, cosa abbastanza difficile. Non credo però che possa esserci una diretta corrispondenza, anche perché la zona della provincia più colpita è quella di Imperia e non di Sanremo, in rapporto alla popolazione residente. E’ chiaro che parliamo di una manifestazione che ha visto una grande mobilità di persone, ma fare analisi di questo genere è davvero difficile. Per la nostra esperienza siamo riusciti a individuare una relazione tra i primi focolai e la diffusione della malattia. Penso che analisi più approfondite potranno essere fatte solo alla fine della pandemia anche se, come tutte, all’inizio si possono capire chi sono stati i primi pazienti, ma oltre è impossibile riuscire a fare una costruzione”.

Carlo Alessi

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