Una voragine da 250 milioni di euro. Il Coronavirus mette in ginocchio i conti (già in rosso) della Città di Torino. Questa mattina, la Giunta comunale ha esaminato le problematiche relative a un bilancio stravolto dalle maggiori spese e minori entrate legate all’emergenza Covid-19.
Tra Imu, addizionale Irpef, imposta di soggiorno, Cosap, rate dei servizi educativi, ZTL e sanzioni per violazioni del codice della strada, solo nell’esercizio 2020, come detto, le stime evidenziato minori entrate per 250 milioni di euro. Un problema non da poco per la Città, che si ritrova così con un’improvvisa carenza di liquidità e con la spada di Damocle del taglio dei servizi e dei pagamenti pendente sul capo.
Ecco perché l’idea è quella di una revisione del Piano di Rientro e di sospendere i pagamenti delle quote capitale per i mutui accesi con Cassa Depositi e Prestiti e con gli istituti bancari privati. La Giunta, di fatto, recepisce quella che è una proposta di mozione firmata da Damiano Carretto (M5S) un mese fa. “La Città dovrà affrontare una crisi senza precedenti. Una città con un bilancio deficitario, che non ha possibilità di spesa e investimenti nel breve periodo, non può che essere spettatrice. Una città dalle mani legate” spiega il consigliere pentastellato. L’obiettivo rimane quindi quello di alleggerire la situazione debitoria del Comune di Torino, quantomeno per un periodo di tempo limitato, che consenta alla Città di risollevarsi economicamente e risolvere così gli inevitabili problemi sociali derivati dall’emergenza Coronavirus.
Per questo motivo, per ottenere le risorse necessarie a compensare le minori entrate, la Città di Torino insieme all’Anci, sta trattando con il Governo affinché vengano assicurati, entro la fine del mese di aprile, gli aiuti e le risorse necessarie per far fronte ai problemi conseguenti al minore gettito e alla necessità di rispondere alle maggiori richieste di servizi e di sostegno avanzate da cittadini e attività produttive. “Tra le misure attualmente oggetto di studio, adottabili attraverso i provvedimenti governativi, vi è la sospensione dei pagamenti delle quote capitale per i mutui accesi con Cassa Depositi e Prestiti e con istituti bancari privati” sottolineano da Palazzo Civico. Un primo accordo prevede la sospensione delle rate dei mutui, per quanto riguarda la parte capitale, per un periodo di un anno. La richiesta andrà presentata entro il 15 maggio. La sensazione però, guardando il costo del debito della Città di Torino nel 2020, è che non sia sufficiente. Sono infatti 202 i milioni di euro dovuti entro quest’anno, di cui 76,7 di interessi e 125,9 di capitale.
Fondamentale quindi il ruolo del Governo che, come ricordato dall’assessore al Bilancio Sergio Rolando, dovrà emanare un decreto ad hoc: “Vi assicuro che il dialogo con la Corte dei Conti, la Cassa Deposito Prestiti è continuo e sono in corso delle valutazioni”. La sensazione è che molto dipenda da quando e come scatterà la fase 2, quella della ripartenza: sulla base di questo, cambieranno le esigenze delle grandi città, vero e proprio volano per la rinascita del paese.
Difficilmente Torino riuscirà ad avere un ruolo da protagonista se imbrigliata dal Piano di Rientro e dai mutui con gli istituti di credito."Il Piano di interventi per il rientro del debito concordato con la Corte dei Conti dovrà necessariamente essere rivisto alla luce delle nuove priorità da seguire per affrontare l’emergenza Covid-19” conferma la nota della Giunta.
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