«“Peo” oltre a essere un grande uomo, era la figura più importante della nostra società e per sua espressa volontà verrà seppellito con la divisa di rappresentanza del Cavour calcio». Le parole commosse del vicepresidente Michele Pellegrino, rotte dalle lacrime, ben raccontano lo stato d’animo difficile della società cavourese, che ieri ha perso il suo storico dirigente e magazziniere Giuseppe Cannale detto “Peo”, classe 1947.
«Quando ieri sono andato a trovarlo all’ospedale, ero andato per lui e invece mi chiedeva del campo, se lo stavamo bagnando e della squadra e dei ragazzi» racconta Pellegrino. Un aneddoto che spiega il profondo legame tra “Peo” e quella società in cui è entrato dall’inizio, «da quando è stata fondata, quarant’anni fa». È diventato per staff, genitori e calciatori un pilastro imprescindibile.
«Non era di molte parole, ma erano sempre incisive. Capiva davvero di calcio e ripeteva spesso ai genitori delle giovanili “qua non ci sono fenomeni”» lo descrive così il giornalista Simone Lorenzati, che da un decennio segue le vicende del Cavour calcio.
«Quando qualsiasi giocatore che era stato a Cavour, lo incontrava, correva subito ad abbracciarlo» prosegue Lorenzati, che ricorda anche dei momenti molto significativi: «Mi ha molto colpito vederlo con le lacrime agli occhi per la gioia, in un paio di occasioni, quando la squadra è salita in Eccellenza e quando ha battuto il Casale».
Dietro il ruolo di dirigente, però, c’era anche una persona che Pellegrino ricorda con estremo affetto: «Per me era più di un padre, aveva una parola buona per tutti, ma sapeva sferzarti quando serviva. Sempre con il suo atteggiamento gentile e altruista». L’emergenza coronavirus non consente di svolgere un funerale aperto al pubblico e questo è un grosso rammarico per la società: «Non possiamo seppellirlo come merita, ma quando sarà possibile, faremo una messa al campo sportivo per tutte le persone che vogliono onorarlo e ricordarlo» promette il vicepresidente.
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