LA COMUNICAZIONE "FATTA BENE"
Si gioca. Non si gioca. Si gioca soltanto fuori da Torino ma i torinesi possono "migrare" fuori dai confini di un presunto focolaio. Non si gioca, ma ci si allena. Ci si allena, ma senza docce e spogliatoi, col rischio di beccare una polmonite. Non si gioca Toro-Parma, ma i tifosi del Toro possono arrivare fino a Napoli per vedere la partita di serie A al "San Paolo". Non si gioca più (da due settimane), ma ci si allena, col medico (?) a fare i controlli. E tutti a chiedersi: quale medico? In quali categorie?
Signore e signori, benvenuti nell'Italia della chiarezza. Questa che avete appena letto non è una barzelletta, ma l'esatta cronistoria delle ultime settimane. L'elenco preciso delle disposizioni che hanno imbarazzato tutto il Piemonte calcistico per l'assoluta mancanza di chiarezza e coerenza.
La storia continua e vi diamo prova a sostegno, con riferimenti precisi.
1 - COMUNICAZIONE SUL SITO LND NAZIONALE del 5 marzo
In mezzo ad un'emergenza sempre più grave ed in espansione, in mezzo alle dichiarazioni molto serie di importanti personalità del mondo della medicina e della politica...ecco che la Lnd rilascia questo comunicato.
"Per quanto riguarda i campionati di Eccellenza, in relazione allo svolgimento delle fasi nazionali con la definizione delle squadre qualificate, la LND ha indicato alle proprie strutture regionali di prevedere la disputa di turni infrasettimanali delle gare da recuperare. Inoltre, laddove vi siano stati provvedimenti di sospensione delle attività, i campionati (compresi i play-off) dovranno concludersi entro e non oltre il 24 maggio 2020. Anche per le fasi nazionali, riservate alle seconde classificate dei singoli campionati di Eccellenza, le stesse non potranno avere inizio oltre il 31 maggio 2020".
Anche in questo caso, "non ci siamo". Da una parte scuole chiuse fino al 15 marzo, panico e allarmismo dilaganti e inviti precisi a non organizzare nulla a lungo termine da parte di chi ci governa. Dall'altra queste parole: "I campionati di Eccellenza dovranno concludersi entro e non oltre il 24 maggio 2020, i playoffs entro il 31 maggio 2020".
E quindi: è un'emergenza a tempo o cosa? Come si può parlare di date "improrogabili" in un momento come questo?
2 - COMUNICAZIONE DAL DPCM DEL GOVERNO DEL 4 MARZO
"c) sono sospesi altresì gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato; resta comunque consentito, nei comuni diversi da quelli di cui all’allegato 1 al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1° marzo 2020, e successive modificazioni, lo svolgimento dei predetti eventi e competizioni, nonché delle sedute di allenamento degli atleti agonisti, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico; in tutti tali casi, le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute ad effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus COVID-19 tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano".
Ebbene, negli ultimi due giorni vi assicuriamo che il "caos interpretativo" a seguito di quanto avete appena letto sopra è dilagante e imbarazzante. E' quanto emerge dai contatti con le società da parte della nostra redazione e dal numero di domande poste all'interno dei gruppi Whatsapp dai dirigenti stessi: quali medici? Quali categorie sono coinvolte?
Ovviamente in Prima Categoria le squadre non hanno il classico "medico sociale", ma come spesso accade in questo allegro paese i poteri decisionali vanno a decretare regole o norme di comportamento all'interno di ambiti che, magari, poco conoscono. Ecco che si creano le incomprensioni...
Bisognerebbe parlare tutti la stessa lingua, intendere tutti la stessa cosa, capire tutti esattamente il testo del Governo, che deve rappresentare la linea-guida senza differenti modelli interpretativi. Ma questo sembra impossibile. Non ci resta che porci domande e cercare di utilizzare il buon senso.
Intanto è arrivata una prima risposta alla lettera dei presidenti dell'Area Nord della Lnd relativa al comma C dell’articolo 1 del Decreto Presidente del Consiglio di ieri che prevede la presenza di un medico in allenamenti e partite che effettui “...controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del COVID-19 tra atleti, tecnici, dirigenti e accompagnatori“. La lettera, firmata da Ettore Pellizzari, presidente Comitato Provinciale di Trento, chiedeva ai vertici della LND di farsi portavoce verso il Governo per chiarire la questione.
Così ha dichiarato Maurizio Fugatti, presidente della provincia autonoma di Trento: "Il medico è obbligatorio solo per le categorie in cui vige l’obbligo, nelle altre categorie bisognerà che vengano osservate le norme igienico-sanitarie previste dall’allegato 1".
Anche dopo questa dichiarazione resta qualche dubbio: si parla di medico in campo o presente "24 ore su 24" all'interno di una società? Si parla solo di controlli per società professionistiche o dilettantistiche (che naturalmente non sono nelle condizioni di metterle in atto)? Si distingue tra Coni e Figc oppure no?
Migliaia di addetti ai lavori hanno comunque così tradotto: il medico sociale (in campo) è obbligatorio fino all'Eccellenza. Dalla Promozione alla Terza Categoria, inclusi i settori giovanili, sarà obbligatorio solo il rispetto delle norme igienico-sanitarie e accertarsi che tutte le persone coinvolte non presentino alcun sintomo di contagio del Coronavirus.
E adesso? Ora restiamo alla finestra. Un blocco di un mese al calcio regionale (sempre che basti) significherebbe smontare il regolamento playoffs /playout per recuperare tempo e giornate, inserendo - ipotizziamo - nuove regole che potrebbero eliminare molte partite (salto di categoria per chi vince, retrocessione per l'ultima, e stop, per esempio). Ad oggi il calcio regionale riprenderà domenica 15 marzo e potrebbero bastare un paio di turni infrasettimanali per allineare l'Eccellenza, ma chissà: altri rinvii? Altro stop? Questo nessuno può dirlo per il momento.
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