"Stiamo esagerando"? E' la domanda che si sono posti in queste ore gli addetti ai lavori dello sport piemontese. Non solo per quanto riguarda il calcio, ma anche (per esempio) i titolari delle palestre, attività messe ko da alcune ordinanze, così come cinema, musei, teatri...
Mentre scendono da tre a uno i casi di persone positive al Coronavirus in Piemonte (LEGGI SU TORINOGGI) è bene ricordare la settimana di follia calcistica che abbiamo vissuto, partita dalle ore 12.30 di domenica. Sì, esattamente dopo il rinvio di Torino-Parma in serie A.
Subito dopo è arrivato lo stop al calcio piemontese, ma solo...per le squadre di Torino Città. Il motivo? Cercare di "bloccare" i torinesi in uscita per arginare il pericolo di espansione dei contagi del coronavirus. Invece questa comunicazione ha creato delle autentiche assurdità e ha lasciato moltissimi dubbi a tutti i protagonisti dello sport. Tra le tante conseguenze abbastanza paradossali abbiamo assistito a squadre torinesi "migrare" senza limiti al di fuori della città per giocare in trasferta (il Barcanova ad Acqui, il Pozzomaina ad Asca...). E poi, direttamente dai lettori, abbiamo saputo che nello stesso impianto a distanza di pochi metri non si sono giocate le partite delle giovanili del Torino, ma si sono regolarmente svolte quelle di club dilettantistici di prima cintura. Che senso ha avuto tutto questo?
Martedì è poi arrivata una nuova comunicazione che ha creato dubbi e imbarazzo: settore giovanile fermo fino al 2 marzo, mentre la Lnd bloccava a seguito di una nuova ordinanza molte attività (sportive, religiose, culturali...) le partite e l'attività fino a sabato 29 febbraio. Peccato che il pubblico che ha recepito e letto queste informazioni (parliamo di prime squadre e di migliaia di persone coinvolte) sia abituato a giocare solo la domenica...Tutti a chiedersi, quindi: il 1° marzo si gioca? Poche ore dopo arrivava l'integrazione dell'informazione: rinviate tutte le gare del 29 febbraio, 1° e 2 marzo.
Poi ecco quella che è stata definita da molti l'ordinanza più assurda e incredibile (circolare numero 8745/A1821A del 24 febbraio 2020). Il Piemonte aggiunge una "precisazione comportamentale": se il calcio si ferma arriva un "ok" parziale per gli allenamenti, ma senza utilizzare spogliatoi e docce. Un invito a prendersi una polmonite, in sostanza? Sicuramente no, ma questo "a patto che non ci si lavi tutti assieme" ha portato a non poche polemiche. Nonostante la comunicazione dei Comitati Regionali alcuni sindaci, soprattutto in Lombardia, hanno comunque vietato l'ingresso agli impianti andando ad annullare dall'alto le precedenti decisioni di autorità meno "forti". Altro caos.
Ribadiamo, come scritto in altri articoli: giuste, necessarie, legittime tutte le misure utili a prevenire e contrastare la diffusione del coronavirus. E' mancata la chiarezza e la coerenza d'azione, questo è quanto dicono sui "social" migliaia di persone con un unico coro, le stesse che in queste ore si chiedono altri perchè: perchè i tifosi torinesi della Juve sono potuti andare a Lione mentre poi, sempre ad oggi, si parla di un Juve-Inter a porte chiuse, gara che potrebbe comunque incredibilmente diventare un posticipo di lunedì sera a porte aperte se la situazione-contagi dovesse migliorare?
Tutto molto strano. Tutto molto "nostrano". Allora viene proprio da chiederselo, riguardando le foto di supermercati presi d'assalto come se arrivasse la guerra o l'apocalisse, situazioni in netto contrasto rispetto alle dichiarazioni dei nostri politici: "Stiamo esagerando?"
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