Il Nazionale

Cronaca | 07 febbraio 2020, 16:16

Eutanasia di un processo: nuovo rinvio e prescrizione scontata nel procedimento a carico di due consulenti fiscali albesi

L'indagine, partita dalla Guardia di Finanza di Nizza Monferrato, oltre ai due consulenti albesi vedeva coinvolti 22 cittadini marocchini residenti nell'Astigiano

Eutanasia di un processo: nuovo rinvio e prescrizione scontata nel procedimento a carico di due consulenti fiscali albesi

È una sorte segnata quella del processo che, al Tribunale di Alessandria, vede imputati due consulenti fiscali albesi, accusati di aver truccato le dichiarazioni dei redditi di un cospicuo numero di cittadini extracomunitari per consentire loro di ottenere o rinnovare permessi di soggiorno.

I fatti, oggetto di un’indagine condotta dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Nizza Monferrato, nell’Astigiano, risalgono al periodo 2009-2013.
Insieme a 22 cittadini di nazionalità marocchina, accusati di falso, nei guai erano finiti i due professionisti langaroli, cui si imputa in buona sostanza l’integrazione del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per avere certificato falsamente le dichiarazioni reddituali degli extracomunitari, attestando la sussistenza di compensi da loro mai realmente percepiti per soddisfare in questo modo i requisiti previsti dalla normativa per il rinnovo di permessi di soggiorno o il rilascio di carte di soggiorno per lavoro autonomo.  

Così facendo, tramite il centro di elaborazione dati presso il quale operavano, i due – un uomo e una donna, difesi rispettivamente dall’avvocato albese Roberto Ponzio e dal collega del foro alessandrino Piero Gallo (i ventidue extracomunitari sono invece rappresentati dagli avvocati Mauro Caliendo di Asti e Vittorio Gatti di Alessandria) – avrebbero quindi indotto in errore i funzionari dell’Ufficio Stranieri della Questura di Asti preposti al rilascio dei documenti di soggiorno.

Giunto alla fase dell’udienza preliminare, il processo aveva già subito diversi rinvii. L’ultimo era arrivato nel luglio scorso, quando un impedimento del giudice per le indagini preliminari Giorgia De Palma rese necessario aggiornare il procedimento all’udienza tenuta questa mattina, giovedì 6 febbraio.
Un esito del tutto simile ha avuto l’udienza celebrata ieri mattina, giovedì 7 febbraio, davanti al Giudice per l’Udienza Preliminare, dottor Aldo Tirone, durante la quale è stata rilevata l’indeterminatezza del capo di imputazione nella parte della quale non vi venivano indicati giorno e mese del periodo – compreso tra il 2009 e il 2013 – nel quale i reati contestati sarebbero stati commessi.

Lo stesso Gup ha quindi rilevato come, in conseguenza di tale formulazione, i 7 anni e mezzo che, in ragione della pena massima prevista per quella fattispecie di reato, sono contemplati quale termine per la prescrizione dello stesso (la recente riforma voluta dal ministro Bonafede interviene solo dopo la sentenza di primo grado) andrebbero a cadere entro la data dal 30 giugno 2021. Un lasso di tempo insufficiente – si è fatto notare – per arrivare a concludere il dibattimento considerati i carichi degli uffici e gli arretrati già pendenti sul capo dei magistrati in forza nel palazzo di giustizia alessandrino.

Da qui la decisione di fissare la prossima tappa dibattimentale all’8 luglio 2021, quando agli imputati non potrà che venire riconosciuta la sopravvenuta prescrizione dei reati contestati e quindi la loro estinzione. Amaro il commento dell’avvocato Roberto Ponzio: "Intanto la vicenda processuale dimostra in modo emblematico lo stato precario della nostra giustizia. Cinque anni fa il mio assistito chiese di essere interrogato per provare la propria estraneità ai fatti contestati. Da allora è rimasto in attesa che il Gip si pronunciasse. Intanto si sono susseguiti molteplici intoppi nel regolare avanzamento del processo, dalla malattia degli imputati al trasferimento del Gup, all’irregolarità di alcune notifiche. C’è materia di riflessione per coloro che, abolendo la prescrizione dopo il primo grado di giudizio, creeranno un processo senza fine e cittadini imputati a vita".

Ezio Massucco

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