Manca solo l’ufficialità, ma l’avventura di Walter Mazzarri alla guida del Toro si è conclusa ieri sera, in una sera di Lecce da tregenda per i colori granata. La quarta sconfitta consecutiva, tra campionato e Coppa Italia, le quattro sberle rimediate dai salentini sono stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Dopo una notte di riflessioni, Urbano Cairo ha deciso di liquidare il tecnico che aveva fortemente voluto sulla panchina granata del gennaio di due anni fa, dopo averlo inseguito invano già in passato. Mazzarri non ha più in mano la squadra, come hanno dimostrato gli ultimi rovesci, perché non si è trattato di sconfitte, ma di autentiche batoste, di figuracce in serie, che hanno portato la credibilità del Toro vicina allo zero. Impossibile pensare di arrivare a fine stagione, quando il contratto del tecnico sarebbe andato a naturale scadenza, c’è bisogno di una sterzata immediata prima che la barca vada definitivamente a fondo.
Ed allora, per provare a riconquistare una piazza in subbuglio, delusa e contestatrice da tempo allo stadio, a tratti quasi violenta e molto polemica sui forum e i social, il presidente ha deciso di affidarsi a un ragazzo del Filadelfia, a quel Moreno Longo che aveva vestito la maglia granata da calciatore e che da giovane tecnico aveva condotto la Primavera granata ad uno storico scudetto nel 2015. Longo avrebbe vinto la concorrenza di un altro ex, Gianni De Biasi, soluzione vagliata da Cairo perché forse un tecnico di provata esperienza poteva essere la soluzione in una fase di emergenza come questa.
A spingere per la soluzione Longo è stato il ds Bava, l’uomo che lo aveva voluto sulla panchina della Primavera in passato, che lo conosce e lo stima più di tutti, che ritiene la scelta dell’ex tecnico del Frosinone (che aveva condotto in serie A nel 2018) quella migliore per rricompattare l’ambiente e riportare il sereno dentro lo spogliatoio. Si attende la comunicazione ufficiale, ma per Longo si parla di un contratto fino al termine della stagione, con opzione per l’anno venturo ma senza certezze. Il prolungamento dovrà conquistarselo sul campo nei prossimi quattro mesi, anche se sarebbe ingeneroso pretendere qualcosa di importate da un allenatore giovane che subentra in una fase tanto difficile e delicata.
Intanto si sprecano i rumors e le indiscrezioni, compresa quella che Mazzarri non sarebbe tornato da Lecce insieme alla squadra perché reduce da un duro scontro con il dg Comi negli spogliatoi dopo la partita. Qualcuno parla già di ipotesi Di Francesco per la prossima stagione, per il momento l’unica certezza è che toccherà a Moreno Longo provare a far uscire dalle sabbie mobili una squadra sprofondata in una crisi infinita. E che sabato, nell’anticipo contro la Sampdoria, sarà attesa da una nuova contestazione, forse ancora più dura delle precedenti, andate in scena negli ultimi due mesi.
Perché stavolta mancherà il bersaglio numero uno, Walter Mazzarri, squadra e Cairo in questo momento sono nell’occhio del ciclone.
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