Il Nazionale

Sport | 17 gennaio 2020, 00:16

HOCKEY, FINAL FOUR -1. Vanetti, il Mastino nel petto: «A Merano per chiudere il cerchio»

Andrea Vanetti, emblema di varesinità, alla vigilia delle finali che assegnano la Coppa Italia: «Ci sono dei bambini che mi guardano e sognano di giocare con questa maglia, come facevo io quando papà mi portava al Palalbani. I tifosi mi dicono: ci state facendo tornare indietro nel tempo. Manca ancora qualcosa perché accada davvero…»

HOCKEY, FINAL FOUR -1. Vanetti, il Mastino nel petto: «A Merano per chiudere il cerchio»

«Scendo sul ghiaccio con il Mastino sul petto e fuori dalla balaustra ci sono dei bambini che mi guardano e sognano un giorno di fare lo stesso, proprio come facevo io da piccolo, quando papà mi portava al Palalbani. Forse questa è la soddisfazione più grande della mia carriera». 

Potremmo anche chiudere qui questo pezzo, senza aggiungere altro della chiacchierata che abbiamo fatto con Andrea Vanetti - per la precisione il dottor ingegner Andrea “The Sniper” Vanetti, classe 90, varesino doc - accompagnandolo nel tragitto verso il penultimo allenamento prima delle Final Four di Coppa Italia. 

Invece c’è ancora tanto da scrivere perché la passione di Andrea per questo sport è enorme. Una passione che schizza sul ghiaccio da quando iniziò a correrci, piccolo così, pattini a piedi, a metà degli anni 90. Ovviamente a Varese, in via Albani, nel tempio giallonero, dove «ho aperto un cerchio vincendo per la prima volta nella storia di questo club il trofeo Merzario, categoria under 9. E l’anno scorso sono tornato qui, per chiudere quel cerchio, possibilmente nello stesso modo: con… qualcosa che qui, ancora, non c’è. Basta, non dico di più: hai capito». 

LE GIOVANILI, L’UNIVERSITÀ, IL MILANO, IL RITORNO A CASA

Dagli 11 anni ai 20 tutta la trafila delle giovanili nel Lugano (esordio in serie A svizzera compreso), poi la scelta di affiancare all’hockey l’università, rimettendosi in gioco in Prima Lega svizzera (Bellinzona, Ceresio, Chiasso) e abbracciando la proposta del Milano Rossoblù: «Era il 2015, studiavo lì ingegneria per la sicurezza dei processi al Politecnico. Dopo l’autoretrocessione hanno costruito una bella squadra per giocare la serie B (l’IHL)». In panchina c’era Massimo Da Rin, sul ghiaccio Perna, Marcello Borghi, Schina, Ilic, Asinelli, Re, Tura, Raimondi e, appunto, Vanetti. 

Tre stagioni in rossoblù: un campionato IHL e due Coppe Italia in bacheca. Poi il ritorno a casa: «Sapevo che un giorno sarei dovuto tornare qui. A chiudere il cerchio della mia carriera. Ma, come vi ho già detto, non l’ho ancora fatto…».

LE FINAL FOUR DI MERANO

Ingegnere, come si vince la Coppa Italia?
Sono scaramantico, e quindi non si vince. Ma siccome è un obiettivo, allora posso dire così. Se si dovesse riuscire a fare qualcosa di importante, è grazie a tutto il lavoro fatto. Non quello di ieri, né di quest’anno: quello dell’anno scorso. Sacrificio, impegno, voglia. Il gruppo. Un’onda lunga. Le basi, dunque, sono solide: ora è il momento di giocarcela. Garantisco: daremo il 100%. Anzi, di più: perché al nostro fianco avremo i nostri tifosi. 

Vero, i tifosi sono pronti ad un esodo giallonero da Varese verso Merano: se lo aspettava? 
Sinceramente? No, non me lo aspettavo. Forse perché non ci credo ancora, lo realizzerò solo quando li vedrò lì con noi. Ma sono felice e orgoglioso di sentire tante persone paragonare le emozioni che stanno provando con quelle dei grandi Mastini del passato. Sento il Vise e il Gigi che mi dicono: «Ci state facendo tornare indietro nel tempo». Questa è la nostra prima, grande vittoria. E mi fa felice. 

Le quattro migliori del campionato, una di fronte all’altra.
Avversari tosti. Molto tosti. Proprio come noi, avranno preparato qualcosa di speciale e avranno i tifosi insieme a loro: tutti vogliamo quella Coppa. Cominciamo dal Pergine, che qui al Palalbani ha dimostrato di essere una squadra difficile da affrontare: sarà una grande sfida. Se riusciremo a batterli, e faremo di tutto per farlo, vorrei poi giocarmi il trofeo contro il Merano, la squadra che più ci ha messo in difficoltà fin qui. 

Prima parte di stagione: cosa ha fatto bene e cosa invece no “Sniper” Vanetti?
Ho messo tutto quello che avevo, in ogni partita: impegno, esperienza, il bagaglio che porto con me dopo tanti anni di hockey. Cosa mi è mancato? Come mi bacchetta il Confa, ho segnato poco, sicuramente meno dell’anno scorso. Ma il peso dei miei gol mancati per fortuna non si sente, perché in questa squadra c’è tanta gente che la butta dentro. Ora in linea con me c’è Ross Tedesco e sotto questo punto di vista sono molto tranquillo: se mi fa vincere, io gli dò gli assist e lui faccia pure tutti i gol necessari. A me va benissimo. 

A Merano ci sarà anche il nostro mitico speaker Paolo Capobianco. 
Sono troppo contento. Si merita di essere con noi.

PARTITE, ORARI E BIGLIETTI

Domani e domenica a Merano: domani semifinale Varese-Pergine (ore 16: biglietti a 10 euro) e Merano-Valpeagle (ore 20). Domenica finale alle 18 (biglietti a 15 euro). Biglietto per tutte le partite a 30 euro.

In caso di parità al termine dei 60', overtime di 20' ed eventualmente rigori.

Gabriele Gigi Galassi

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