Il Nazionale

Politica | 05 gennaio 2020, 10:40

Crisi occupazionale, i sindacati: "Dalla Regione ci aspettiamo idee e proposte"

Martedì 7 gennaio sono fissate le comunicazioni della Giunta sulle tematiche delle vertenze aziendali e sulle difficoltà della manifattura

Crisi occupazionale, i sindacati: "Dalla Regione ci aspettiamo idee e proposte"

"Ci aspettiamo idee e proposte, magari non soluzioni, ma quantomeno che ci indichino cosa vogliono fare". Tra i primi impegni che la Regione dovrà affrontare con l'inizio del nuovo anno, il 7 gennaio ci sono proprio le comunicazioni su un tema di estrema attualità come la crisi occupazionale e le difficoltà del manifatturiero.

Un'emergenza che si è concretizzata nella cosiddetta Vertenza Torino, che vuole dimostrare come l'allarme sia generalizzato. Ma nella città dell'auto, inevitabilmente, i rifletti più pesanti sono legati al mondo della metalmeccanica, indotto compreso.

"Ci hanno convocato per il tavolo - prosegue Luigi Paone, segretario generale di Uilm Torino - e se lo hanno fatto, spero non sia soltanto per avere il punto della situazione. Per quello, basta leggere i giornali, guardarsi attorno. Spero sia l'occasione per conoscere iniziative e idee concrete".

Lo stesso pensiero che accompagna l'attesa di Edi Lazzi, segretario di Fiom Cgil Torino: "Mi aspetto che il consiglio regionale non si limiti a fare un semplice documento di intenti, ma che discuta di cosa realmente si deve fare per tirare fuori dalla crisi  la nostra Regione e Torino in particolar modo. Io penso  si debbano ipotizzare degli interventi di politica industriale ben mirati su alcuni aspetti. Per esempio se vogliamo far diventare Torino nuovamente la capitale dell'auto, e secondo me abbiamo tutte le potenzialità per farlo, bisogna decidere che il cambio di paradigma sulla mobilità sostenibile, sull'auto elettrica, deve rappresentare un'opportunità che si deve utilizzare al meglio senza subirne i processi passivamente".

Le priorità? Secondo Lazzi sono cinque: "Ottenere la proroga degli ammortizzatori sociali per evitare che le aziende che stanno terminando il periodo concesso dalla legge di utilizzo, dichiarino i licenziamenti. Ipotizzare lo sviluppo della filiera automotive con degli incentivi e degli sgravi fiscali per le imprese che fanno investimenti sull'innovazione di prodotto e di processo e sulle start up (nuovi materiali per auto elettriche leggeri e antirumore, connettività, elaborazione dati per guida autonoma). Pensare al processo delle batterie, alla loro produzione integrale da fare in loco, al riciclo, allo smaltimento. Creare le infrastrutture per la ricarica e la produzione di energia elettrica pulita, magari prevedendo l 'installazione di pannelli fotovoltaici in vari punti della città e infine, il più importante, aprire un ragionamento con i sindacati e FCA/PSA per portare a Torino nuove produzioni di auto elettriche con volumi sufficienti per garantire la piena occupazione".

E Davide Provenzano, segretario di Fim Cisl, aggiunge: "Stiamo lavorando con i colleghi di Fiom e Uilm e con i confederali per arrivare con un documento unitario in cui chiediamo una soluzione di sistema, globale e non tanti tavoli separati". Inoltre "bisogna preparare il terreno per attrarre nuove aziende e nuovi investimenti che possano valorizzare le professionalità già presenti sul territorio. Dobbiamo istituire un tavolo con tutte le parti coinvolte, tutti i corpi intermedi, perché stiamo vivendo cambiamenti epocali di fronte ai quali si devono tutelare i lavoratori e le aziende".

Massimiliano Sciullo

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