Un traguardo dalla portata storica. L’aggettivo si spreca non senza qualche ragione alla vigilia della data, quella di martedì 30 dicembre 2025, a partire dalla quale i 90 chilometri della A33 saranno finalmente percorribili senza soluzione di continuità tra i due capoluoghi di provincia.
Territori, le province di Asti e Cuneo, che quella infrastruttura la attendono da trentacinque anni, tanto tempo è trascorso da quel 27 settembre 1990 in cui venne firmata la prima convenzione tra Anas e Satap, un atto cui le faticose ricostruzioni sulla storia dell’opera riconoscono l’avvio di un’iter di costruzione le cui lungaggini guadagneranno a questo collegamento veloce col percorso di "Z" rovesciata (perché come noto nella parte centrale il tracciato è quello condiviso con la A6 Torino-Savona) la poco commendevole fama di "Salerno-Reggio Calabria" del Nord.


Comprensibile quindi che, dopo la venuta in terra albese del ministro Matteo Salvini, di passaggio nell’aprile 2023 per il taglio del nastro dello svincolo di Alba Ovest, il raggiungimento di quest’ultimo importante traguardo sia stato salutato con entusiasmo dal nutrito stuolo di autorità e sindaci che questa mattina, 29 dicembre, hanno deciso di prendere parte al piccolo viaggio inaugurale che il colosso delle autostrade Astm e la sua controllata Asti Cuneo Spa hanno organizzato con partenza da Asti e arrivo all’innesto con la Torino-Savona.
A guidare la partecipata delegazione i vertici del gruppo di Tortona, insieme al viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi, al governatore piemontese Alberto Cirio e agli assessori regionali Marco Gabusi ed Enrico Bussalino. Insieme hanno ribadito che per il completamento definitivo dei 4,9 km compresi tra lo svincolo ai piedi dell’ospedale di Verduno e il moncone di Cherasco servirà attendere ancora qualche mese, durante i quali vi si viaggerà con una sola corsia per senso di marcia, nell’attesa che anche la seconda carreggiata venga completata grazie al lavoro del piccolo esercito di uomini e mezzi messo in campo della controllata Itinera Spa al servizio dell’ingegner Valter Re, tecnico che alla progettazione e realizzazione dell’opera lavora dal lontano 1992.
“Una giornata storica per questo territorio - il commento del presidente regionale, Alberto Cirio -, nessun fuoco d’artificio: siamo soddisfatti di poter aprire finalmente l’opera nonostante le difficoltà degli ultimi anni, nel rispetto dei soldi dei cittadini”.


Da aprile - è la sua promessa – anche questi ultimi interventi verranno definitivamente archiviati e da realizzare resteranno allora l’adeguamento dei 5,1 km della tangenziale di Alba, destinati a divenire parte integrante dell’opera, e i circa 43 milioni di euro delle cosiddette "opere di compensazione": investimenti ridotti a un terzo del totale contemplato dall’intesa dell’ormai lontanissimo 2012 (allora si parlava di opere per 120, a fronte di una spesa complessiva per l’ultimo lotto superiore agli 800), che serviranno a migliorare la situazione della Provinciale 7 e a mettere in campo altre infrastrutture stradali strategiche per i collegamenti nella zona compresa tra l’Albese e il Braidese.
“Oggi non è un’inaugurazione - sottolinea il presidente provinciale Luca Robaldo: -, ma un momento di apertura che ci fa riflettere quali e quanti siano le difficoltà per realizzare le opere pubbliche in Italia”.
Alberto Gatto, sindaco di Alba: “Conclusione di un percorso lungo e articolato che sana una ferita aperta per il nostro territorio che ha dato molto più di quanto ha ricevuto in questi anni”.
Il sindaco di Asti e presidente della Provincia Maurizio Rasero: "I cuneesi sono stati capaci di fare squadra, il nostro territorio meno, ahimè. Così resta il rammarico di aver perso la possibilità di avere il collegamento Sud ovest, previsto inizialmente e al quale un’amministrazione passata ha preferito dire no. Si è perso qualcosa di fondamentale. Per noi ora è importante mantenere la gratuità del tratto a servizio della città e del Sud Astigiano, vi ringrazio della disponibilità ad averlo permesso. E' vero, l'attesa è stata lunga ma è stata anche la dimostrazione della caparbietà degli amministratori di questa regione. Grazie a questa strada, abbiamo e avremmo sinergie importanti con Alba. Questa strada unirà le economie e unirà due territori. Insieme si fa squadra e si vince".

La soddisfazione dell'assessore Gabusi
La consigliera astigiana Debora Biglia: "L’apertura della Asti–Cuneo rappresenta un passaggio storico per il Piemonte e, in particolare, per i territori coinvolti. Dopo anni di attese, ritardi e difficoltà, questa infrastruttura diventa finalmente operativa, restituendo continuità e prospettiva a un’area che ha pagato a lungo l’assenza di collegamenti adeguati. Le infrastrutture reali — strade, ferrovie e collegamenti fisici — permettono alle persone e alle merci di muoversi in modo sicuro ed efficiente e sono il motore dello sviluppo di un territorio e della società. Le infrastrutture di sistema, fatte di programmazione e connessioni, rendono quelle opere realmente funzionanti, integrando il trasporto su gomma e su ferro all’interno di una visione chiara e coordinata. In questi anni la Regione Piemonte ha lavorato con determinazione sul tema delle infrastrutture, spesso lontano dai riflettori ma con un obiettivo preciso: costruire le condizioni per lo sviluppo futuro. Dal potenziamento dei collegamenti ferroviari, attraverso investimenti sui treni e sulle connessioni tra i principali poli, fino al lavoro complesso e paziente che ha portato all’apertura della Asti–Cuneo, l’impegno è stato quello di rafforzare la rete infrastrutturale regionale. L’Asti–Cuneo non è solo una nuova arteria viaria, ma un’infrastruttura di sistema che mette in relazione imprese, lavoro, turismo e comunità locali. È uno strumento concreto per ridurre le distanze, migliorare la sicurezza, aumentare l’attrattività del territorio e sostenere il tessuto produttivo".

Non era presente il consigliere reginale astigiano Fabio Isnardi del Pd che spiega le sue motivazioni: "Sono ovviamente soddisfatto che quest’opera interminabile si avvii finalmente verso una conclusione, ma da festeggiare c’è ben poco: i lavori, come previsto dal contratto iniziale, avrebbero dovuto concludersi nel 2011. A distanza di quattordici anni, una parte dell’autostrada continuerà ancora per mesi a funzionare a una sola corsia. Un’infrastruttura lunga poco più di 90 chilometri che rappresenta plasticamente il fallimento dello Stato nella gestione delle concessioni: forte con i cittadini che pagano, debole con i concessionari quando si tratta di pretendere investimenti e rispetto dei tempi. Sarà un’autostrada costosa, pagata dagli utenti attraverso il sistema del free flow. Per completarla, limitando l’esborso di chi incassa i pedaggi dal 2007, si è fatto ricorso a meccanismi finanziari discutibili e a operazioni di cross-financing con la Torino-Milano. Scelte che hanno spostato il peso dell’inefficienza pubblica sulle spalle di chi utilizzerà quotidianamente questa infrastruttura".
IL VICEMINISTRO RIXI

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