L'antico Sentiero dei Sassi che parte da Ligurno a Porto Valtravaglia e arriva fino a Pian d'Ulina dopo circa 50 minuti di cammino a passo lento, con un percorso di media difficoltà, è stato ripulito e riqualificato con l'installazione di ben quattordici bacheche in legno ritraenti immagini religiose, tra cui la Croce e la Maternità di Maria .
Queste stupende opere in legno naturale sono stare realizzate dall'artista locale e personaggio poliedrico di origini leggiunesi Giuseppe Reggiori (LEGGI QUI). I suoi nonni sono nati e vissuti in località Quicchio, il piazzale che sovrasta l'Eremo di Santa Caterina del Sasso. Giuseppe è conosciuto nel Varesotto come custode della natura e della storia del territorio e come ideatore e gestore del museo itinerante delle gerle insubriche, un'importante collezione storica di 70 gerle di varie forme e dimensioni che riportano ai tempi quando si portava a valle il fieno tagliato con la ranza (una falce utilizzata per tagliare erba e fieno).
L'artista oltre ad eseguire le installazioni della bacheche, ha posto sul Sentiero dei Sassi degli aneddoti storici, che suscitano curiosità e stimolano riflessioni ai camminatori di passaggio.
«La partenza del Sentiero dei Sassi è a circa un chilometro e mezzo dalla bella chiesetta di Ligurno frazione di Porto Valtravaglia - racconta Reggiori - subito il viandante può osservare e ammirare un enorme castagno secolare di almeno 400 anni dove la natura ha creato una cavità, poi una vecchia ghiacciaia dove al suo interno è stata posta la statua di una Madonna. Nel percorrere il sentiero che i nostri nonni facevano quotidianamente si arriva ad imbattersi su due terrazze naturali, da dove si può ammirare in tutta la sua bellezza il lago Maggiore ed un panorama straordinario che va da Baveno sino a Brissago in Svizzera. Il sentiero termina a San Michele dove è possibile visitare il borgo storico e l'alpeggio elioterapico di un tempo oltre alla bellissima chiesetta di San Michele risalente all'anno mille e da non molto restaurata».
Quello che traspare dalle parole di Reggiori è amore puro per le bellezze, soprattutto le meno conosciute, del nostro territorio e con la voglia di condividere questa passione.
«Sono a disposizione di visitatori e appassionati di storia locale e delle scolaresche - ricorda - per fare visitare loro il museo delle gerle alla Cascina Gentilini, la mia stalla d'arte dove vive la mia amata capretta Ombretta. Un'occasione anche per scoprire e parlare della ecosostenibilità alla luce dei cambiamenti climatici e dell'allevamento della capra Verzasca che era già allevata da mio nonno e che ora è in via di estinzione e di cui cerco di preservare la specie».
Per contattare Giuseppe Reggiori si può mandare una mail a questo indirizzo: pinodiluino@libero.it













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