Il Nazionale

Cronaca | 08 novembre 2025, 12:40

Tentata estorsione aggravata, il Questore dispone la chiusura per un mese di un bar di Albisola

La misura è stata presa su proposta dei carabinieri. La titolare era stata arrestata lo scorso 23 ottobre

Tentata estorsione aggravata, il Questore dispone la chiusura per un mese di un bar di Albisola

Stamattina ad Albisola Superiore, il personale dell’Arma dei Carabinieri ha notificato il decreto, emesso dal Questore di Savona, con il quale viene disposta ai sensi dell’articolo 100 del T.U.L.P.S., la sospensione per trenta giorni della licenza di un locale.        

La misura, immediatamente esecutiva, è stata presa su proposta della stazione dei Carabinieri albisolese, che ha segnalato diverse irregolarità e situazioni di particolare gravità nella gestione dell’esercizio pubblico.

La titolare, già nota alle forze dell’ordine,la 53enne Marika Ferrando, era stata lo scorso 23 ottobre arrestata dal personale dell’Arma dei Carabinieri in esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP Emilio Fois del Tribunale di Savona con l’accusa di tentata estorsione aggravata in concorso ed avrebbe usato il locale come base per le attività illecite.

La complessa attività d’indagine condotta dai Carabinieri aveva inoltre evidenziato come intorno alla titolare dell’esercizio e ai suoi frequentatori gravitasse un gruppo di soggetti pregiudicati che utilizzavano il locale come punto di ritrovo e di riferimento per la gestione delle proprie attività illecite.

Per questo, il Questore Giuseppe Mariani ha disposto la sospensione della licenza del locale, provvedimento a carattere esclusivamente preventivo, finalizzato alla tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica.

I carabinieri avevano arrestato Ferrando e il 41enne Fabio Pace dopo un'articolata attività di indagine con l'accusa di tentata estorsione in concorso per aver rivolto minacce nei confronti di un giovane savonese, dal quale pretendevano il pagamento di un debito legato a cessioni di droga.

Le intimidazioni, avvenute sia per telefono sia di persona, non avevano avuto gravi conseguenze grazie al tempestivo intervento dei militari, che avevano rapidamente raccolto elementi sufficienti per informare l’autorità giudiziaria e ottenere le misure cautelari.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la vittima avrebbe dovuto incontrare Pace per “regolarizzare il debito”, ma l’intervento dei Carabinieri aveva impedito che l’appuntamento si concretizzasse.

Nel corso delle verifiche, i militari avevano inoltre denunciato in stato di libertà un 47enne della provincia di Alessandria, che si trovava in compagnia di Pace e che era stato trovato in possesso di due coltelli, lunghi rispettivamente 27 e 37 centimetri. L’uomo dovrà rispondere di porto abusivo di oggetti atti a offendere o armi.

Gli arrestati erano stati trasferiti nelle case circondariali di Genova Marassi e Genova Pontedecimo. Durante l'interrogatorio davanti al Gip Pace ha fatto scena muta, Ferrando invece aveva risposto alle domande. 

Se per Pace, difeso dall'avvocato Paolo Brin, era stata confermata la custodia cautelare in carcere, il legale di Ferrando Cristiano Mancuso aveva chiesto gli arresti domiciliari.

Redazione

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