Un problema alla porta dell’autobus, insulti gratuti nei confronti del conducente accusato di “non essere capace di farla funzionare”, successive minacce e, al momento della discesa, ripetuti pugni sino alla frattura del setto nasale: sembra una vicenda irreale, ma tanto è accaduto ad un autista di 51 anni di Autolinee Varesine, in servizio giovedì 6 novembre su una corsa scolastica dalle scuole superiori di Gavirate verso Osmate (linea extraurbana V121).
L’aggressore è un ragazzo italiano neomaggiorenne, residente a Travedona Monate, prontamente identificato grazie all’azione dei carabinieri e alle analisi delle convalide dei titoli di viaggio e, dunque, denunciato per lesioni personali a pubblico ufficiale ed interruzione di pubblico servizio, in quanto la corsa per Osmate si è ovviamente interrotta a Travedona a causa del necessario intervento dei soccorsi.
I fatti si sviluppano nel primo pomeriggio di giovedì, anzitutto nel piazzale delle scuole superiori di Gavirate, dove l’autista cerca di ovviare, in contatto telefonico con l’officina, al malfunzionamento della porta posteriore dell’autobus: il ragazzo gli si rivolge con le parole testuali “sto co..... non apre la porta, non ci vuole fare salire” e quindi lo minaccia di “spaccargli la faccia” e di “andare a prenderlo con altri suoi amici”.
Purtroppo è ciò che accade realmente: l’autobus, a quel punto perfettamente funzionante, inizia la sua corsa ed effettua, tra le tante, la fermata di Travedona -via Matteotti, dove il ragazzo, non pago dell’idiozia mostrata in precedenza, si avvicina al conducente, lo colpisce con una sberla e quindi con ripetuti pugni sul viso, “aiutato” in questo da due suoi complici che trattengono la vittima per impedirgli di reagire.
Alcuni passeggeri e gli esercenti di un vicino locale intervengono in soccorso del collaboratore di Autolinee Varesine, chiamando l’ambulanza per il trasporto presso l’ospedale di Cittiglio, dove al conducente viene data una prognosi di 30 giorni per frattura del naso, ferita lacero-contusa ad un labbro e frattura di un metacarpo della mano destra.
Le persone presenti ai fatti vengono rapidamente identificate dal pronto intervento dei Carabinieri, che nel giro di poco risalgono dunque all’identità dell’aggressore.
L’azienda, nell’esprimere la più assoluta vicinanza al proprio apprezzato e stimato collaboratore vittima di tale vergognoso e gravissimo episodio, si costituirà parte civile nel procedimento penale, con l’auspicio che l’inqualificabile personaggio autore di tale aggressione paghi sino in fondo la conseguenza delle proprie azioni.













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